I clienti hanno anche compreso più a fondo la capacità della casa di fondersi con l’ambiente esterno, cogliendone il fascino poetico. Dopo aver appreso che Pierre Friedrichs, uno dei primi proprietari della casa, che aveva gettato personalmente i blocchi di cemento per l’esterno, aveva tenuto da parte più di 80 moduli extra in caso di bisogno, Haverland ha incaricato i suoi costruttori di perforare un lato dell’ingresso e di estendere i blocchi dal rivestimento dell’edificio fino all’atrio. “È una di quelle idee che è difficile attribuire a una sola persona, visto che era così geniale, e inevitabile”, racconta la moglie. “Adesso, anche quando si chiude la porta d’ingresso, non si ha la sensazione di un confine chiuso: l’esterno prosegue all’interno”.
I nuovi proprietari di casa hanno anche incoraggiato Haverland a creare nuovi ambienti dai confini indefiniti. Per lo spazio dell’home office indipendente installato nella parte posteriore della proprietà, Haverland ha eretto una parete spessa e lineare ricoperta di rame spalmato di piombo e una parete curva rifinita in teak. Tra queste due pareti, ha inserito tre lastre di vetro strutturale temperato per le due pareti rimanenti e per il tetto. “Volevamo che la forma creasse un contrasto con la casa, integrandola con la morbidezza del paesaggio, ma che fosse comunque moderna”, spiega Haverland.
Il volume si protende verso l’alto. Haverland l’ha ruotato leggermente a ovest dell’asse della casa, come se si protendesse verso il tramonto. Il padiglione è nascosto tra le querce bianche, per proteggere le attività dell’home office dal sole: “Ed è collegato organicamente al bosco”, dice la proprietaria, che sta valutando l’aggiunta di un’ulteriore spazio per dipingere ad acquerello, un’attività che la impegna sempre di più. Il comfort interno è garantito da un impianto di climatizzazione integrato e da una tenda telecomandata.
I proprietari originari Friedrichs e David Steward, da lontano hanno osservato con piacere le discrete trasformazioni: “Siamo davvero entusiasti del fatto che la nostra ex casa sia stata capita così bene”, afferma Steward, “La famiglia che la abita adesso ha rispettato l’integrità del progetto di Michael con modifiche ben ponderate e ben eseguite”.
L’artista risponde che, se è vero che lei e suo marito hanno scelto di collaborare con Haverland per adattare in modo rispettoso la struttura al loro stile di vita, il progetto di East Hampton oggi ha fatto capire molte cose sulla cittadina di Springs: “Vivendo in questa casa, posso capire perché gli abitanti del luogo siano un po’ scettici riguardo ai nuovi arrivati che vengono qui e portano confusione. Mi ci vedo anche io a mettere radici, e a cercare di proteggerlo”.
Articolo pubblicato su AD USA, adattato da Paola Corazza.