Sono finiti online molti documenti riservati relativi alla sicurezza nazionale americana – Il Post

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Venerdì su varie piattaforme tra cui Twitter, Telegram e 4chan sono apparse decine di documenti riservati che contengono informazioni molto confidenziali provenienti dal Dipartimento della difesa americana, cioè l’organo dell’amministrazione americana che si occupa di sicurezza. Pubblicazioni del genere sono molto rare, e stanno generando molte preoccupazioni nella comunità dell’intelligence statunitense: un funzionario americano ha detto al New York Times che la sottrazione e pubblicazione di questi documenti potrebbe diventare «un incubo» per gli Stati Uniti e i paesi con cui condividono gran parte delle informazioni di intelligence, cioè Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda.

Già a inizio marzo oltre 100 immagini di documenti contrassegnati come “top secret” e altri termini che indicano la presenza di informazioni altamente sensibili erano finiti su un server dedicato ai fan del videogioco Minecraft. I documenti ricevono una designazione “top secret” quando i funzionari statunitensi ritengono che la loro divulgazione potrebbe causare danni eccezionalmente gravi alla sicurezza nazionale. Non è ancora chiaro se i documenti diffusi venerdì siano gli stessi emersi online a marzo.

Il Dipartimento della difesa statunitense, che fra le altre cose coordina e supervisiona direttamente tutte le agenzie che si occupano di sicurezza nazionale, ha confermato che si tratta di documenti provenienti dai loro archivi, e che sta indagando per individuare chi li abbia sottratti.

Il sospetto principale, condiviso da vari esperti di intelligence occidentali, è che i documenti siano stati rubati e pubblicati – quasi tutti nella forma originale, ma alcuni alterati, secondo il Dipartimento della difesa americano – per complicare lo sforzo bellico in Ucraina. Dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, gli Stati Uniti sono stati il paese che più di tutti ha contribuito a organizzare il sostegno militare ed economico internazionale all’Ucraina.

L’ex funzionario del Pentagono Mick Mulroy ha detto al New York Times che la fuga di documenti riservati rappresenta «una seria violazione della sicurezza statunitense». «Dato che si tratta principalmente di foto di documenti, sembra che si sia trattato di un’azione deliberata, fatta da qualcuno che desidera danneggiare gli sforzi dell’Ucraina, degli Stati Uniti e della NATO», ha aggiunto Mulroy.

Tra i documenti pubblicati sul web, scrive il Wall Street Journal, ci sono una valutazione non molto ottimista sulle capacità di difesa aerea dell’Ucraina; una mappa aggiornata dello stato dei combattimenti nella città ucraina orientale di Bakhmut, diverse fotografie di grafici sulle consegne di armi, lo stato di truppe e battaglioni ucraini; gli orari e le rotte degli aerei da ricognizione occidentali nel Mar Nero; le vulnerabilità di alcune armi fornite all’Ucraina; e la composizione e gli armamenti delle nove brigate dell’esercito ucraino addestrate dagli Stati Uniti e dagli alleati per la prossima offensiva di primavera.

Il Dipartimento della difesa ha precisato che alcune delle foto sono state manipolate, principalmente per alterare le stime sui morti nella guerra in Ucraina, sopravvalutando i caduti ucraini e sottovalutando quelli russi. Un importante funzionario ucraino, sempre sotto la condizione dell’anonimato, ha detto al New York Times di ritenere che la fuga di notizie sia stata orchestrata dalla Russia, mentre su Telegram vari blogger russi sostengono che si tratti di uno stratagemma occidentale per addossare alla Russia ulteriori responsabilità.

– Leggi anche: Chi sono i “blogger militari” russi

Oltre alle informazioni riservate sulla guerra in Ucraina, i documenti pubblicati online mostrano anche svariate dispositive sulle posizioni statunitensi rispetto alla strategia militare nell’indo-pacifico, e valutazioni su questione interne di paesi come Israele e Corea del Sud.

Anche il Dipartimento di giustizia statunitense ha detto di aver aperto un’indagine sulla fuga di notizie e di essere in contatto con il Dipartimento della difesa, ma non ha aggiunto altro sulla possibile identità del responsabile o dei responsabili.

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