Siamo quelli che non votano

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Questi e altri racconti dall’Italia che si astiene, in modo “forzato” o “disaffezionato”. Si aggirano tra i tanti indecisi e sanno che, per un motivo o per l’altro, non esprimeranno la loro scelta di voto. Quanti? Alle scorse elezioni, il popolo degli astenuti era al 27%, sorpassato di poco dal Movimento 5 Stelle, al 32%. Ora quelli che non votano potrebbero essere, per la prima volta nella storia della Repubblica, il primo partito italiano.

Lorenzo Pregliasco, professore al dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Bologna, prova a dare un identikit dei disillusi: Donne, del centro-sud, con titolo di studio medio e medio-basso. Dati da leggere anche separatamente. Perché queste persone non votano più? “Da un lato non c’è più un senso di appartenenza, non c’è più un radicamento dei partiti nella società” continua Pregliasco. Non siamo solo loro però. C’è chi, nel Paese che non vota, non esprimerà un proprio diritto fondamentale perché, in qualche modo, non contemplato nella scelta democratica.

La maggior parte degli studenti fuori sede si troveranno a dover scegliere tra il diritto allo studio e il diritto al voto, ci spiega Virginia Mancarella, Coordinatrice nazionale di Link Coordinamento Universitario. Questo lo sappiamo per gli studenti è un momento di inizio lezioni, test di ingresso, trasferimenti e progetti per un futuro per loro tutto da scrivere, ma che non potrà prevedere facilmente la partecipazione politica alle urne. Per tornare a casa i biglietti sono davvero costosi, affermano gli studenti.

Se siamo quelli che hanno grosse barriere geografiche e architettoniche per una partecipazione più attiva, c’è chi oggi non può sottoscrivere nemmeno una lista elettorale. È il mondo della disabilità, dei malati intrasportabili, di chi oggi si è visto respingere una lista con la firma digitale. Un racconto silenzioso dall’Italia, che non si sente per nulla rappresentato. E nel nostro video-reportage “Quelli che non votano”, che vi invitiamo a vedere su Today.it, abbiamo deciso di dare voce anche a chi ha diverse primavere, o in questo caso autunni elettorali, alle spalle.

“Di destra, di sinistra erano venuti tutti”. A varcare la soglia di questo o di qualsiasi altro centro anziani, la politica aveva portato anche a volte solo un sorriso. “In questa campagna elettorale non è venuto nessuno”, afferma il presidente del centro anziani di Tor Sapienza, nella periferia romana. Chissà se a preoccuparsi del fatto che “non è venuto nessuno”, alle urne però, sarà ora la politica.

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