B. Fiorillo 14 marzo 2023 23:55
Anche se presentano una struttura anatomica simile, non tutti i peni sono uguali. I parametri con cui si valutano le dimensioni sono due: lunghezza, misurata dalla radice alla punta del glande, e circonferenza, misurata a metà del corpo larghezza. A tal proposito una ricerca del 2015, condotta dall’Institute of Psychiatry, Psychology and Neuroscience del King’s College di Londra, che ha esaminato 17 studi su 15.521 uomini in tutto il mondo, ha individuato le dimensioni ritenute ‘normali’. Secondo i risultati, la lunghezza media di un pene eretto è di 13,12 cm, con una circonferenza pari a 11, 6 cm. Mentre la lunghezza media di un pene a riposo è di 9,2 cm, con una circonferenza media di 10 cm. Quando invece non supera i 7 cm di lunghezza si parla di pene “piccolo” (ipoplasia peniena), mentre si definisce “molto lungo” quando supera i 20 cm e arriva fino ai 25 cm. Tuttavia, precisa la ricerca, le eccezioni alla media sono molto rare: solo 5 uomini su 100 superano i 16 cm e solo 5 su 100 hanno un pene più corto di 10 cm.
Ma al di là della lunghezza e della larghezza, il pene ‘normale’ può presentare anche forme diverse (più dritto, più curvo, con un glande più grande, ecc). Una recente ricerca, guidata dall’ospedale universitario HM Puerta del Sur di Madrid (Spagna), ha ora scoperto che la forma del pene cambia anche durante l’erezione, identificando tre diverse categorie: “il pene che cresce molto”, “il pene che cresce poco”, “la zona grigia” (a metà strada tra le prime due). Questa categorizzazione, secondo i ricercatori, potrebbe essere utile ai chirurghi per fare valutazioni più corrette prima di un intervento. “È importante essere in grado di prevedere se un paziente appartiene a una di queste categorie, poiché quando li vediamo, di solito sono a riposo – ha detto l’urologo Manuel Alfonso-Isa, che ha guidato la ricerca -. Se crescono molto con un’erezione, potrebbe significare che hanno bisogno di un approccio chirurgico diverso rispetto a un pene che non cresce molto”. I risultati dello studio sono stati presentati al Congresso dell’Associazione Europea di Urologia (EAU) a Milano.
Lo studio
Gli urologi hanno effettuato ecografie ai peni di 225 uomini sia a riposo che in erezione per esaminarne la crescita durante l’erezione. Sulla base dei dati raccolti, hanno poi applicato un modello (una curva di distribuzione standard) che ha permesso loro di individuare tre diverse tipologie di peni: 1) “crescente”, quando il pene e’ molto elastico e cresce di oltre il 56% con l’erezione (gli uomini appartenenti a questa categoria possono triplicare le dimensioni del loro pene a riposo); 2) “doccia”, quando il pene è dotato di poca elasticità e cresce poco durante l’erezione, meno del 31% (gli uomini che appartengono a questa categoria hanno un pene eretto simile a quando è a riposo); 3) “la zona grigia”, quando il pene è a metà strada tra le prime due.
“La categorizzazione – hanno precisato i ricercatori – si basa sul parametro dell’elasticità dell’organo e non sulla sua grandezza (grande o piccolo)”. Dallo studio è emerso che il 24% degli uomini appartiene alla categoria “crescente”, il 25% alla categoria “doccia”, mentre il restante 51% alla “zona grigia”.
Le differenze tra pene “crescente” e pene “doccia”
I ricercatori non hanno trovato alcuna correlazione tra età, peso, vizio del fumo o altre comorbilità e crescita del pene. Tuttavia, gli uomini appartenenti alla categoria “doccia” tendevano ad avere peni più lunghi quando erano riposo rispetto ai “crescenti” (11,3 cm vs 8,8 cm). Il team ha anche scoperto che la dimensione della tunica albuginea (il tessuto fibroso che circonda il tessuto spugnoso intorno ai vasi sanguigni che si riempiono di sangue durante l’erezione) non era direttamente proporzionale alla crescita del pene. Anzi, hanno osservato che negli uomini “crescenti” la tunica albuginea diventava più sottile rispetto agli uomini “doccia”.
“Questo ha senso – ha affermato il dott. Alonso-Isa – in quanto il tessuto viene allungato ulteriormente. Quindi potrebbe essere che questo tessuto abbia più fibre elastiche negli uomini il cui pene cresce di pià rispetto a quelli il cui pene cresce di mene. Ma abbiamo bisogno di approfondire la ricerca per poter dimostrare questa ipotesi”.
La crescita potrebbe dipendere dall’età
Un altro studio del 2018 ha rilevato che la crescita media del pene in erezione oscilla tra i 4 cm e i 5,3 cm, e visto che chi mostra una lunghezza maggiore durante l’erezione e’ più giovane e ha un pene eretto più grande: circa 15,5 cm rispetto alla media di 13,1 cm.
“Come le dimensioni del pene (lunghezza e larghezza), neanche la crescita durante l’erezione dovrebbe essere fonte di preoccupazione o complessi per l’uomo, dato che non sembra essere correlato questo parametro ad altre condizioni mediche o disfunzioni del pene”, ha commentato il prof. Maarten Albersen (urologo dell’Università di Leuven, in Belgio) a nome dell’Associazione Europea di Urologia.
Le forme del pene
La forma del pene cambia da uomo a uomo. La ricerca ha individuato 4 diverse tipologie: pene curvo, pene a matita, pene a fungo, pene a cono.
- Pene curvo. Quando il pene si presenta curvato verso il basso o lateralmente (verso destra o sinistra). Spesso questa forma può destare preoccupazione negli uomini soprattutto in riferimento all’atto della penetrazione. In realtà una curvatura minima non influisce in alcun modo sull’attività sessuale. Se, invece, la curvatura è importante, si potrebbe essere affetti dalla malattia di Peyronie (un ispessimento fibroso che retrae e deforma il pene, alterandone la forma durante l’erezione). In questo caso, i pazienti hanno bisogno di cure mediche.
- Pene a matita. Quando il glande (“la testa”) è più sottile del resto del corpo che ha uno spessore e linea regolare, e non presenta alcun tipo di curva neanche quando è eretto. Si tratta della forma più comune di pene.
- Pene a fungo. Quando il glande è più ampio rispetto alla base più sottile.
- Pene a cono. Quando il glande è più sottile ed il corpo diventa man mano più grande quanto più ci si avvicina alla base. In questo caso, poiché il glande è più piccolo del corpo, la penetrazione avviene più facilmente.