«Non toccate gli stranieri», è bufera sul post dell

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Fonte Antonio Fatiguso (Ansa)

«Non toccate gli stranieri», è bufera sul post dell’epidemiologo cinese

Ha fatto clamore quanto affermato da Wu Zunyou dopo il primo caso di vaiolo delle scimmie registrato in Cina.

Intanto non accenna a placarsi la rabbia per le 27 persone morte a seguito dell’incidente che ha coinvolto un autobus della quarantena.

PECHINO – I social media cinesi sono tornati a ribollire nel fine settimana, tra le accuse di razzismo ai consigli a evitare «il contatto con gli stranieri» contro i rischi del vaiolo delle scimmie e la rabbia per la strage dei 27 morti legati all’autobus della quarantena, ribaltatosi domenica notte nel Guizhou e che ha dato fiato all’esasperazione contro la politica dello “zero Covid”.

Wu Zunyou, capo epidemiologo del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, ha messo a punto sabato un codice da seguire per eliminare la minaccia del vaiolo delle scimmie, all’indomani del primo caso accertato in Cina. In un post sul suo account Weibo, il Twitter in mandarino, Wu ha scritto che «per prevenire possibili infezioni e come parte del nostro stile di vita sano, si raccomanda di non avere un contatto diretto pelle a pelle con gli stranieri», chiedendo di evitare «tali contatti con persone» che sono state all’estero nelle ultime tre settimane.

Quanto basta, con un Paese sfiancato da oltre due anni di politica di “tolleranza zero” al Covid-19, per far scoppiare una bufera online, a dispetto della fuga di stranieri dalla Cina, soprattutto dopo i due mesi da incubo (aprile e maggio scorsi) di lockdown totale antipandemico che ha bloccato in casa i 26 milioni di abitanti di Shanghai. Il post ha causato pesanti polemiche online, al punto che la sezione dei commenti è stata congelata e ripulita.

La città di Chongqing ha registrato il primo caso locale di vaiolo delle scimmie in un cittadino cinese di 29 anni, rientrato il 14 settembre. Il sequenziamento genico ha suggerito che il ceppo virale fosse «altamente simile» a quelli tedeschi, ha riferito il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie: l’uomo aveva visitato la Germania dal 2 all’8 settembre, sviluppando i sintomi durante la quarantena anti-Covid.

Quanto all’autobus, l’incidente è avvenuto nella provincia di sudovest del Guizhou – dove ufficialmente in tre anni la pandemia ha causato una manciata di morti e dove i casi sono balzati sabato a 712 -, riaccendendo la rabbia dell’opinione pubblica. Il mezzo s’è ribaltato su un’autostrada nelle prime ore di domenica mentre trasportava i passeggeri in una struttura di quarantena, hanno riferito i media statali. Un account del ministero dei Trasporti ha precisato, prima che il post fosse cancellato, che l’incidente era avvenuto intorno alle 2.40 violando il divieto sul trasporto autostradale tra le 2 e le 5 del mattino.

Sui social si sono moltiplicati i commenti, tra rabbia e cordoglio prima del blocco da parte della censura del Great Firewall: l’episodio è stato valutato da molti come esempio di arbitrarietà. Non era chiaro se avessero contratto il virus o semplicemente fossero contatti stretti: «Non sono morti di Covid, sono morti sul modo di mettere in atto la quarantena», ha commentato un utente su Weibo. Un altro ha profetizzato: «Siamo tutti su un autobus, andremo tutti a schiantarci».

Non a caso è scarso l’ottimismo sull’ipotesi di un reale allentamento delle norme draconiane, a dispetto dell’economia in grave difficoltà, dopo il Congresso del Partito comunista che si aprirà il 16 ottobre e che dovrebbe dare al presidente Xi Jinping, convinto sostenitore della “tolleranza zero” al Covid, un inedito terzo mandato alla guida del PCC.

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