C’è un noto sito internet e uno psichiatra reinventato personaggio televisivo (ed ex politico, sic) che da alcuni giorni stanno propinando al popolo dei complottisti di casa nostra una storia troppo ghiotta per non essere cavalcata: un aereo Nato che ha attraversato il cielo delle Marche prima che un temporale autorigenerante scaricasse in poche ore la pioggia di mesi su un piccolo territorio causando undici morti.
Diciamolo subito per chi non avesse tempo di arrivare fino in fondo: è una bufala, una fake news, un accostamento di fatti reali ma senza alcun ordine di causalità.
Restando ai fatti: la sera del 15 settembre tra le province di Pesaro e Ancona si scatena un temporale autorigenerante all’interno di un contesto meteo in cui le previsioni annunciavano il passaggio sull’Italia di una forte perturbazione che avrebbe interessato una vasta area del centro nord.
Quello che è successo nelle ore successive è purtroppo noto mentre ancora resta da accertare perché ancora una volta che fine abbiano fatto i soldi stanziati per la prevenzione e la riduzione del rischio in territori storicamente fragili. Torniamo però al nostro aereo tirato in ballo da complottisti e bufalari.
Il Boeing E3 Sentry (sentinella) è un velivolo in dotazione alla Nato equipaggiato con una cupola radar di 9 metri in grado di scandagliare il cielo ad una distanza di oltre 350 chilometri per bersagli che volano a bassa quota, e fino a 640 chilometri per bersagli che volano a quota medio/alta. Secondo i dati effettivamente l’aereo identificato con il codice Nato 01 è transistato sui cieli italiani. Ma occhio alla data.
Il volo come da registri ufficiali è avvenuto il martedì 13 settembre, per 5 ore. Si tratta di ben due giorni prima della alluvione.
Già questo basterebbe per ridurre al silenzio ogni presupposta necessità di farsi venire il ragionevole dubbio di una correlazione tra i due eventi: appurato il fatto che una fantomatica arma in grado di condizionare il clima ancora è materia di fantascienza, appurato che si trattava di un semplice aereo radar come tanti e spesso incrociano sui nostri cieli soprattutto dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, abbiamo inoltre visto come siano passate oltre 48 ore tra i due eventi. C’è chi tira in ballo il “cloud seeding” ovvero la diffusione di sostanze chimiche che fungono da nuclei di condensazione per favorire le precipitazioni: ovviamente si tratta di speculazioni dato che non solo l’areo ha viaggiato ad una altitudine molto più elevata di quanto sarebbe richiesta per l’uso di ioduro d’argento o ghiaccio secco, ma come abbiamo detto – e ripetiamo – stiamo parlando di un evento avvenuto due giorni prima dell’alluvione, in presenza di venti tali che avrebbero spinto a chilometri di distanza sostanze chimiche che sarebbero state disperse da strumenti di cui l’aereo non era dotato.
Speculazioni, ancor più vili dal momento che vengono portate avanti sulla pelle di persone che ora non ci sono più. Non certo per esperimenti di geoingegneria, ma per una ben più italica inefficienza.