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  • lunedì 20 Marzo 2023

Lunedì il governo del presidente francese Emmanuel Macron ha superato di poco la mozione di sfiducia più importante delle due presentate alla Camera venerdì scorso dall’opposizione. La votazione si è conclusa con 278 voti a favore, sui 287 necessari perché passasse la sfiducia. La seconda mozione ha raccolto solamente 94 voti a favore. Di conseguenza, il governo della prima ministra Élisabeth Borne può proseguire la propria attività, a cominciare dalla contestatissima riforma delle pensioni, approvata alla fine della scorsa settimana senza passare per il voto dei parlamentari, con una procedura basata sull’articolo 49.3 della Costituzione francese.

Le mozioni erano state presentate rispettivamente da LIOT (Libertés, Indépendants, Outre-mer et Territoires), gruppo parlamentare che comprende partiti sia di centrodestra che di centrosinistra, e dalla alleanza di sinistra NUPES (formata da Verdi, Comunisti, Socialisti e La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon).

Il punto più contestato della proposta del presidente Macron è l’innalzamento dell’età minima per la pensione da 62 a 64 anni. Da settimane in Francia ci sono manifestazioni e scioperi molto partecipati, che alla fine della scorsa settimana hanno portato anche ad alcuni scontri con la polizia.

La protesta contro il governo alla Camera francese di parte delle opposizioni (AP Photo/Lewis Joly)