E Luce sia. “Shine” di Jeff Koons a Palazzo Strozzi a Firenze

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Se nel dubbio amletico si assiste ad un mondo colmo di perplessità, titubanze, antagonismi ed ancora ambiguità, è estremamente affascinante l‟esplosione di “Shine” nella sua irruenza a Palazzo Strozzi.

Irridente e sarcastica, l’esposizione taglia e le opere spesso messe in discussione, tuttavia forte di una lucentezza ridondante, lanciando messaggi d’essere o apparire, proiettando sotto l’occhio umano quella lucidità profonda ed immediata, altamente fantastica, capace d’andare oltre gli specchi ed oltre la luce. Oltre “Shine”.

Risultato? Una mostra nel cuore della città dantesca, che si pone come uno dei maggiori eventi d’arte contemporanea nel nostro paese. Questo grazie a Jeff Koons, così semplice, sorridente, estremamente elegante nella sua gestualità, riconosciuto uno degli artisti più importanti dell’arte contemporanea.

L’evento, curato da Arturo Galansino e Joaquim Pissarro, porta a Firenze opere varie, celeberrime, di questo personaggio famosissimo, che dalla metà degli anni settanta ad oggi ha rivoluzionando l’arte contemporanea, traendo messaggi dal minimalismo ma anche da Manet, che cambia la nostra percezione d’osservare.

Ed ancora Leonardo tanto d’aver inserito elementi della “Gioconda” nei miei lavori, senza tralasciare il Rinascimento Michelangiolesco. Quanto a Masaccio… beh vedendo “La cacciata dal Paradiso terrestre”, mi applicai ad un corpus di lavori sulla sessualità, in modo d’aiutare le persone a rimuovere sensi di colpa e vergogna

E se antico e moderno si contrappongono, tale carrellata rappresenta dunque il segnale di un nuovo inizio che nel contesto dell’architettura rinascimentale di Palazzo Strozzi, abbraccia i vari “saperi”, consolidando la sperimentazione di interpretare l’attuale senza cancellare il vissuto.

Quanto a Koons… La sua maestria? Il suo estro? Unire l’alta cultura dell’arte con quella popolare, seguita da alte dosi di kitsch! “Democratizzandone” tale estetica visto che, parole sue…

Collegare il presente al passato significa continuare a legare le persone alla memoria biologica. E’ diverso dall’istinto, ma simile. Portiamo le informazioni con noi in maniera profonda e questa forza di connessione è una narrativa potente

Nelle ampie sale, altamente singolare Gazing Ball (Apollo Lykeios) in gesso e vetro, visto che la sfera per Jeff, così semplice e pura, rimanda alla generosità, mentre le altre sfere presenti – ognuna soffiata a mano – rappresentano la bolla del respiro umano.

 

40 anni di carriera raccontano le celebri sculture in metallo, perfettamente lucido, che replicano oggetti di lusso come il Baccarat Crystal Set (1986) ed ancora gli iconici giocattoli gonfiabili, i celebri Rabbit (1986) e Balloon Dog (1994-2000).

Splendido “Bluebird Planter” d’acciaio inossidabile lucidato a specchio con verniciatura trasparente e piante in fiore, in un susseguirsi scintillante sino alla reinterpretazione di personaggi della cultura Pop come Hulk (2018), per arrivare all’utilizzo di oggetti di uso comune come One Ball Total Equilibrium Tank.

L’interrogazione appare spontanea, seguita da conferma, visto che le opere dell’artista americano pongono lo spettatore davanti a uno specchio in cui riflettersi, chissà… forse sentendosi pure Imperatore! Omologandosi perfettamente a ciò che lo circonda.

L’esposizione risponde anche alla volontà primaria della Fondazione Cassa Risparmio di Firenze di contribuire a portare in città l’arte meno presente, rivolgendosi alle più ampie fasce di pubblico che includono i giovani ai quali pone un’attenzione particolare, intendendo così supportare gli adulti del domani.

Il manufatto Koons, sì riscopre sempre e soprattutto, in maniera democratica e spirituale, con opere dal doppio significato: luce ma anche dialogo, interfacciandosi. Alta profondità di pensiero con l’uomo quale risultato dell’ambiente dove vive; non a caso nella filosofia tedesca il manufatto artistico viene interpretato con chi vi si confronta.

Il sindaco di Firenze, Nardella, si è soffermato sul Rinascimento così caro a Jeff Koons, tanto che secondo lui:

si rifà al Cellini nella lucentezza, e con lo splendore dei materiali e dei colori l’uomo rivede sé stesso. Questa mostra a Palazzo Strozzi lascerà un segno indelebile in quanto Firenze non è una vetrina per esporre

prosegue il primo cittadino

bensì una sfida senz’altro maturata da Koons, visto che i suoi “giocattoli” – passatemi il termine – rappresentano il frutto di un grande virtuosismo tecnico e proprio quest’artista americano, che è fautore della curiosità, ci offre opere di grande immediatezza

Il governatore della Regione Toscana Eugenio Giani aggiungeva

la sfida della città dantesca è affiancarsi a Palazzo Grassi di Venezia, in virtù anche degli scambi italo-americani così proficui per la cultura di entrambi i Paesi. Quanto alla contemporaneità ci si deve avvalere del passato, del grandioso, e la città di Firenze ne è vero e proprio esempio

Jeff Koons sottolinea di aver sempre ascoltato la vita d’arte che interfaccia con tutte le discipline umane, amando, proprio su tale filone, i grandi del passato quali Verrocchio, Rubens, Bernini, ed altri ancora come Filippo Lippi e Masaccio.

Un variegato mondo senza mai dimenticare assolutamente la maestria greca. L’umanesimo mi è stato maestro, insegnandomi a spaziare, esplorando ciò che ci circonda. Palazzo Strozzi è proprio esempio dell’Umanesimo.

Personalmente

afferma l’artista

ho sempre partecipato al dialogo dell’arte conoscendo i miei limiti; limiti tuttavia da superare. In virtù di questo, il mio viaggio con Shine è un messaggio di vita osservato nella sua forma più significativa

Ricordiamo che le sue opere precedentemente portate a Milano, città dei navigli e della Madunina, nel 2015 vennero esposte anche alla Biennale dell’Antiquariato fiorentino, con Pluto e Proserpina. La storia infinita tra passato, presente, futuro.

Carla Cavicchini

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