Negli Stati Uniti i prezzi del gas crescono sopra i 9 dollari per milione di Btu, il valore più alto dal 2008. Intanto, la domanda di Gnl dà stimolo ai progetti, ma l’inflazione fa salire i costi del lavoro e dei materiali. Tutti i dettagli
Giovedì scorso, per la prima volta dall’agosto 2008, i prezzi dei contratti (futures) del gas naturale negli Stati Uniti sono cresciuti sopra i 9 dollari per milione di British termal unit (Btu). È un problema, perché nel paese il tasso di inflazione è già molto alto e l’aumento del prezzo del gas si ripercuoterà praticamente su tutto, dalle spese per il riscaldamento domestico ai costi di produzione nelle fabbriche.
LE RAGIONI
Secondo David Givens, analista di Argus citato da CNBC, le ragioni di questo aumento dei prezzi del combustibile sono tre: la crescita scarsa della produzione, i livelli alti delle esportazioni di gas liquefatto (GNL) e i bassi valori degli stoccaggi, per il 17 per cento circa sotto la media degli ultimi cinque anni.
COSA FANNO GLI STATI UNITI SULL’EXPORT DI GAS LIQUEFATTO
Ad aprile – in corrispondenza con il calo della domanda di gas nell’emisfero settentrionale, vista la fine della stagione fredda – il Qatar è tornato a essere il principale esportatore di GNL al mondo, superando gli Stati Uniti, con più di 7,5 milioni di tonnellate.
Il sorpasso di Doha su Washington è legato anche al calo dell’output americano: le aziende che gestiscono i terminali di esportazione hanno approfittato della fine dell’inverno per avviare dei lavori agli impianti.
Secondo gli analisti, una volta che il terminale di Calcasieu Pass entrerà in funzione – si trova in Louisiana, ed è di proprietà dell’azienda Venture Global LNG – entro la fine dell’anno, gli Stati Uniti raggiungeranno una capacità produttiva di GNL pari a 13,9 miliardi di piedi cubi al giorno.
Sempre in Louisiana, nei giorni scorsi Venture Global ha chiuso un finanziamento di 13,2 miliardi di dollari per la costruzione del progetto Plaquemines sul GNL. Si tratta del primo terminale approvato nel paese dopo che l’invasione dell’Ucraina ha aumentato la domanda di forniture di gas non provenienti dalla Russia. Gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo con l’Unione europea per fornirle 15 miliardi di metri cubi di GNL nel 2022.
LO SBLOCCO DEI PROGETTI
La forte domanda europea di GNL, raccontava Reuters, sta ridando stimolo, negli Stati Uniti, ad alcuni progetti di esportazione in stallo da molto tempo. Il problema è che il costo del lavoro, delle apparecchiature e dei materiali (acciaio e nichel, soprattutto) è molto alto per via dell’inflazione, e quindi sviluppare questi impianti sarà complesso.
I NUOVI DESIGN MODULARI
C’è anche un tema di avanzamento tecnologico: i progetti presentati tempo fa potrebbero avere costi di realizzazione molto maggiori di quelli più recenti, che utilizzano design modulari pensati apposta per essere più veloci da assemblare e più economici.
Ad esempio, New Fortress Energy sta usando le unità di liquefazione modulari di Baker Hughes. Nel già citato terminale di Calcasieu Pass, Venture Global sta installando diciotto unità modulari: l’intervento ha un costo di 580 milioni di dollari per tonnellata di GNL, più economico del 26 per cento rispetto alle prime strutture di esportazione.
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- 30 Maggio 2022