Arredare casa in stile giapponese: la tendenza zen che piace oggi più di ieri

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Arredare casa in stile giapponese: i pezzi giusti per gli amanti di questa tendenze

Giappone mon amour: dalla pittura alla grafica, dall’architettura alle arti applicate, dalla cucina agli arredi, la passione per il Paese del Sol Levante è da sempre una costante che dimostra quanto, quello spirito così lontano da noi, sia entrato nel tessuto della vecchia Europa e non solo. Ciclicamente ritorna, con la sua forza irresistibile, che trova nella complessità dell’essenziale la sua ragione d’essere. E allora basta una nuova serie su Netflix – The Makanai: Cooking for the Maiko House – e una mostra a Torino – Utamaro, Hokusai, Hiroshige. Geishe, samurai e i miti del Giappone fino al 25 giugno 2023 alla Società Promotrice delle Belle Arti – per riaccendere i riflettori su quell’arcipelago così lontano. E pensare che questa lunga storia d’amore tra oriente e occidente risale addirittura all’inizio degli anni ’60 dell’Ottocento, quando cominciarono a diffondersi in Europa, e principalmente in Francia, ceramiche, stampe e arredi da giardino dall’Impero del Sol Levante che, pochi anni addietro, si era aperto al resto del modo. 

Attrazione fatale, l’Occidente incontra l’Oriente

Tanti i flirt nel corso della storia, prima la pittura con gli architetti del Novecento: Frank Loyd Wright fece sette viaggi in Giappone, tra il 1905 e il 1922; tra il 1917 e il 1922, si trattenne in Giappone per 34 mesi, durante i quali costruì tra l’altro l’Imperial Hotel a Tokyo. Prima di lui fu la volta di Bruno Taut che dopo l’esperienza al Bauhaus visse il suo esilio nipponico tra il 1933 e il 1938, dove realizzò la villa Hyuga ad Atami, che non ebbe gran successo all’epoca, visto che fu percepita come opera troppo occidentale per i giapponesi e troppo orientale per gli europei. Poi ci sono i lavori di Charlotte Perriand che solo dal nome – la Tokyo Chaise longue e la Tokyo Dormeuse, il Tabouret Méribel, la sedia Ombra Tokyo – dimostrano il suo amore per quel Paese, dove visse per ben sei anni. E poi Carlo Scarpa, che della passione per l’architettura giapponese si era nutrito attraverso i suoi numerosi libri, per poi morire proprio a Sendai, durante il suo ultimo viaggio.

Wabi-Sabi è la nuova collezione di rivestimenti firmata da Federica Biasi per Decoratori Bassanesi. Il suo nome significa letteralmente “bellezza imperfetta”, concetto caratterizzante le lavorazioni e i processi artigianali del mondo giapponese che si fondano sull’accettazione delle piccole imperfezioni. 

Courtesy Dario Breggie’

La nuova fiction sul mondo delle Geishe

La serie di Netflix The Makanai: Cooking for the Maiko House, tratta dal popolare manga di Aiko Koyama, diretta da Hirokazu Kore’eda, regista pluripremiato per i suoi capolavori cinematografici come Un Affare di Famiglia e il recente Le Buone Stelle – Broker racconta nel corso di nove episodi la quotidianità di due giovani ragazze che si trasferiscono a Kyoto inseguendo il sogno di diventare apprendiste geisha. Ben presto una delle due fanciulle però si rende conto che quella non è la vita che fa per lei e pensa di tornare al suo paese natale, quando si accorge della sua passione per la cucina e comincia a fare la makanai (cuoca) nella casa in cui vivono le giovani apprendiste mentre l’amica diventa una fantastica maiko (letteralmente “fanciulla danzante” termine che indica le apprendiste). Un mondo quasi fiabesco, reso ancora più evidente dall’ambientazione che ha per noi occidentali un livello di seduzione molto alto. Sarà perché si svolge in un mondo reale ma così lontano, sarà perché le geishe fanno ormai parte di una cultura che sta lentamente svanendo, o forse perché qui si scopre che quel mestiere antico è in realtà un’arte. Come scriveva nel suo romanzo Memorie di una Geisha lo scrittore statunitense Arthur Golden, quando racconta di quel mestiere antico, spesso mal giudicato da noi occidentali. Perché non parliamo di cortigiane di lusso, ma di intrattenitrici colte e raffinate.

“Non è per una geisha desiderare. Non è per una geisha provare sentimenti. La geisha è un’artista del mondo, che fluttua, danza, canta, vi intrattiene. Tutto quello che volete. Il resto è ombra. Il resto è segreto”. (Arthur Golden)

Memorie di una geisha

Un viso di donna, densa di simboli e dettagli, fiori di ibisco, gioielli, ali, la carta da parati Geisha creata da Francesca Besso per Londonart è un modo per tuffarsi in un mondo totalmente sconosciuto, una lettura al di fuori di tante cose che conosciamo. Come il famoso romanzo di Arthur Golden da cui è tratto l’omonimo film di Rob Marshall.

La carta da parati Geisha creata da Francesca Besso per Londonart. 

Courtesy Londonart

L’antica arte della calligrafia giapponese

Ecco uno dei pezzi che non può mancare se si vuole arredare casa in stile giapponese. La competenza artigianale si unisce al design contemporaneo per il tappeto ideato da Charlotte Perriand durante il suo soggiorno in Giappone nel 1940. Vérité, una delle ultime riedizioni a catalogo da Cassina raffigura l’ideogramma giapponese utilizzato per ‘Verità’, o il carattere mandarino che in cinese significa ‘Libero’, impresso nello spessore rosso brillante del pile. 

Il tappeto Vérité, Charlotte Perriand, realizzato a mano in lana dell’Himalaya da cc-tapis per Cassina.

Courtesy Cassina

Ispirazione origami 

Creata con un singolo pezzo di compensato di rovere tagliato e curvato sembra evocare nelle sue linee sinuose la tradizione giapponese della piegatura della carta. La sedia Ombra Tokyo di Charlotte Perriand per Cassina fu esposta per la prima volta nel 1953 e catturò fin da subito l’attenzione per la sua seduta sottile, un’innovazione inedita per il tempo.

La sedia Ombra Toky di Charlotte Perriand per Cassina. 

Courtesy Cassina

Monsieurs Butterfly…

Butterfly Stool di Vitra, disegnato da Sori Yanagi nel 1954, è un affascinante sgabello realizzato in legno multistrato curvato. Ricorda la forma di una farfalla, da cui il nome, e unisce l’estetica asiatica con una tecnica di curvatura del legno multistrato sviluppata da Charles e Ray Eames.

Butterfly Stool di Vitra, disegnato da Sori Yanagi nel 1954.

Courtesy Cassina

“Tutto è scultura”. Qualsiasi materiale, qualsiasi idea senza ostacoli è concepita nello spazio: questa per me è la scultura”. (Isamu Noguchi)

La città delle lanterne

La serie di lampade Akari di Vitra – nella foto Vitra Akari 3A da tavolo –  sono state progettate nel 1951 dall’artista e designer nippo-americano Isamu Noguchi, dopo un viaggio in Giappone, precisamente a Gifu, famosa per la fabbricazione artigianale di parasole e lanterne di carta Washi, ricavata dalla corteccia del gelso. 

La serie di lampade Akari di Vitra create da Isamu Noguchi.

Courtesy Vitra

La magia della laccatura

Bramante di Cassina è un mobile contenitore che rappresenta un classico senza tempo nella modernità, definito da linee essenziali e rigorose su cui l’architetto giapponese Takahama, che ha passato grand parte della sua vita in Italia, immagina una profonda relazione con il passato rievocando l’antica arte della laccatura.

Bramante Kazuhide Takahama per Simon Cassina.

Courtesy Cassina

Imperfetti ma unici

Rompendosi, la ceramica prende nuova vita attraverso le linee di frattura all’oggetto, è l’antica arte di riparare le cose che ha ispirato il vaso in porcellana Kintsugi di Bernardaud.

Il vaso in porcellana Kintsugi di Bernardaud.

Courtesy Bernardaud

Design in viaggio

I paesaggi e le tradizioni giapponesi ispirano la nuova Capsule Collection  di carte da parati Kimono di Londonart firmata da Nicola Bottegal. Tutte i decori sono caratterizzati da un’allure onirica come nel caso di Okobo in cui convivono corsi d’acqua, pozze, ruscelli in primo piano e picchi montuosi sullo sfondo, in scala minore, ponti, templi, padiglioni, edifici e piccole figure umane. 

La tappezzeria Okobo della Capsule Collection Kimono di Londonart firmata da Nicola Bottegal.

Courtesy Londonart

Come ventagli

Serpentine Light di Front Studio prodotta da Moooi  è un’ariosa lampada a sospensione composta da elaborati colpi di scena. Il progetto illuminotecnico è nato dalla torsione e dalla rotazione di un pezzo di carta. Giocando con la tensione e il flusso naturale, scoprendo i limiti delle diverse forme che la carta potrebbe adottare. Le linee scure creano l’effetto di una spirale infinita verso l’alto.

Serpentine Light di Front Studio prodotta da Moooi. 

Courtesy Moooi

I racconti del cuscino

Niente a che vedere con la pellicola del famoso film di Peter Greenaway. Questi cuscini fanno parte della collezione Hybrid immaginata dal geniale studio Ctrlzak per Seletti. Tutti i pezzi di questa collezione hanno una doppia personalità… I motivi vintage si mescolano con audacia a elementi decorativi tradizionali ispirati all’Occidente da un lato e all’Oriente dall’altro.

Cuscino della collezione Hybrid immaginata dal geniale studio Ctrlzak per Seletti.

Courtesy Seletti

Per una perfetta makanai

Con il poggia bacchette Mains della collezione Table nomade per Serax, la celebre designer italiana Paola Navone ci invita a un viaggio culinario intorno al mondo. 

Poggia bacchette Mains della collezione Table nomade di Paola Navone per Serax.

Courtesy Seraz

Giappone in salsa spagnola

L’Oriente incontra l’Occidente nella giocosa modifica di Jaime Hayon di una tradizionale lanterna asiatica in un’espressione contemporanea.‎ Formakami JH5 è realizzata a mano con carta di riso e prodotta da &Tradition.

Lampada Formakami JH5 a firma Jaime Hayon per &Tradition.

Courtesy &Tradition

L’Oriente è sempre più vicino

Liku Japanese Chair di Time & Style ēdition, brand di De Padova, è una sedia da terra in faggio con cuscino integrato in pelle.‎ Un oggetto che appartiene all’essenziale concezione giapponese dell’abitare, ma in chiave assolutamente contemporanea.‎ ‘Zaisu’ è la seduta da posizionare direttamente sul pavimento che unisce tradizione e avanguardia: le barre verticali che formano lo schienale sono levigate a mano una a una per ottenere bordi leggermente smussati e un’esperienza di utilizzo davvero confortevole, in perfetto equilibrio fra passato e futuro.‎

Liku Japanese Chair di Time & Style ēdition, De Padova.

Courtesy De Padova

In the Mood for Love

Angoli di intimità in un interno come nel film capolavoro di Wong Kar-wai da ricreare con l’ausiolio della carta da parati Veli creata da Federico Peri per Wall&decò.

Carta da parati Veli creata da Federico Peri per Wall&decò.

Courtesy Wall&decò

La passione per le pieghe…

… che in parte ricorda quella che negli anni ha sperimentato Issey Miyake, stilista giapponese da poco scomparso. Lampada da terra Sukato di Elsa Pochat per Roche Bobois con struttura in metallo nero ha un leggero paralume tutto in carta plissettata.

Lampada da terra Sukato di Elsa Pochat per Roche Bobois. 

Courtesy Roche Bobois

La bellezza dell’imperfezione

Nasce come omaggio all’arte giapponese del Kintsugi, una disciplina antica che ripara gli oggetti rotti con l’oro, la finitura Bianco di Carrara della collezione Lost Stones di Piero Lissoni per Salvatori che ricuce le crepe e le imperfezioni delle pietre con una resina dorata, che dona alla texture un aspetto elegante e di carattere.‎

La collezione Lost Stones di Piero Lissoni per Salvatori.  

Courtesy Salvatori

Perseveranza contro le avversità

Si chiama Koi, come la famosa carpa uno dei simboli più conosciuti del Giappone, il tappeto in pura lana a forma di antico ombrello di carta. Disegnato da Vito Nesta per la sua collezione Grand Tour, è una finestra aperta su un mondo colorato e misterioso.

Tappeto Koi, Vito Nesta Grand Tour.

Courtesy Vito Nesta Grand Tour

Taglio sartoriale

La lampada a sospensione a LED in tessuto della collezione Kimono, disegnata da Jette Scheib per Designheure è un omaggio ‎ all’abito tradizionale dell’antico giappone e all’eleganza delle intramontabile delle geishe.

La lampada della collezione Kimono, disegnata da Jette Scheib per Designheure.

Courtesy Designheure

Omaggio alla natura

La tappezzeria Indigo Macaque della collezione Tokyo Blue disegnata da Moooi per Arte, racconta i momenti della vita di una famiglia di macachi, le famose scimmie che abitano tra le montagne giapponesi. 

Tappezzeria Indigo Macaque della collezione Tokyo Blue disegnata da Moooi per Arte. 

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