La resistenza agli antibiotici è uno dei problemi più urgenti da affrontare nel campo della salute. La scienza continua a lavorare per trovare nuove alternative agli antibiotici e ai pericolosi batteri che sono diventati resistenti.
Uno dei principali candidati per un nuovo antibiotico proviene da una tossina che colpisce le foglie della canna da zucchero. Si tratta dell’albicidina, prodotta dal patogeno batterico Xanthomonas albilinans, che causa la devastante malattia delle bruciature fogliari della canna da zucchero.
Si ritiene che l’albicidina sia utilizzata dal patogeno per attaccare la pianta e diffonderla. È noto da tempo che questa sostanza è in grado di uccidere diversi batteri, tra cui due “superbatteri”, noti per la loro crescente resistenza agli antibiotici esistenti;
- Escherichia coli
- Staphylococcus aureus
L’albicidina è un antibiotico che ha dimostrato in esperimenti preclinici di avere una bassa tossicità, ma è difficile da sviluppare come antibiotico perché gli scienziati non sanno esattamente come interagisce con il suo bersaglio, l’enzima batterico DNA girasi. La DNA girasi si lega al DNA e, attraverso una serie di movimenti, lo attorciglia, in un processo noto come superavvolgimento che è vitale per il corretto funzionamento delle cellule.
Ora, però, un nuovo gruppo di ricerca coordinato dal dottor Dmitry Ghilarov del John Innes Centre e dai dottori Roderich Süssmuth, Jonathan Heddle e il professor Süssmuth ha sfruttato i progressi della microscopia crioelettronica per ottenere una prima istantanea dell’albicidina legata alla girasi.
In pratica, la nuova ricerca ha dimostrato che l’albicidina forma una sorta di “L” che le permette di interagire sia con la girasi che con il DNA in modo unico. In questo modo, la girasi non può più muoversi per avvicinare le estremità del DNA; di conseguenza, non c’è più movimento del ribosoma.
Il team ha già iniziato a lavorare per migliorare le proprietà dell’antibiotico con ulteriori varianti. Nei test, queste varianti sono risultate efficaci contro alcune delle infezioni batteriche più pericolose contratte negli ospedali, tra cui E. coli, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa e Salmonella typhimurium.
Abbiamo sviluppato con successo un antibiotico in grado di combattere i superbatteri. Si tratta in breve di un risultato eccellente, che speriamo porti presto alla creazione e alla commercializzazione di un nuovo antibiotico in grado di combattere i superbatteri, conckude il dottor Ghilarov.