Addio ad una grande regina

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Addio ad una grande regina. London bridge is fall down. Il ponte di Londra è caduto .Con questa frase in codice è stata annunciata dalla segreteria reale della morte di Elisabetta II.

Addio grande regina

Con Elisabetta II del Regno Unito, se ne va veramente un pezzo di storia. Seconda monarca più longeva di tutti i tempi, sovrano più lungamente in carica del Regno Unito.

“La Monarchia non è un partito. È un istituto mistico, irrazionale, capace di suscitare negli uomini incredibile volontà di sacrificio. Deve essere un simbolo caro o non è nulla”; disse Re Umberto II. Ed Elisabetta II del Regno Unito, ha incarnato proprio questo ideale.

Un pilastro per il paese

Più che un sovrano era veramente un simbolo non solo di unità per il Regno Unito, ma un simbolo che ha accompagnato generazione di giovani ormai divenuti nonni.

Un monarca che ha vissuto i grandi mutamenti della storia, camminando a fianco del proprio popolo. Partecipò al secondo conflitto mondiale nel corpo ausiliario. Successivamente sposò suo cugino Filippo di Battenberg, divenuto a seguito del matrimonio Duca di Edimburgo.

Nel corso della sua lunga vita ha conferito l’incarico alla bellezza di quindici primi ministri. L’ultimo un paio di giorni fa conferito a Liz Truss. Il primo incarico niente poco di meno che a un sir Winston Churchill.

Una donna che è salita sul trono d’Inghilterra nel 1952 e per 70 anni, ha rappresentato una figura di unità ed ispirazione non solo per l’Inghilterra ma anche per i reami del Commonwealth e per tutto il mondo occidentale.
Guidò il suo paese durante il difficile conflitto dell’Irlanda del Nord, la guerra delle Falkland vide l’uscita del Sudafrica dal Commonwealth per la politica dell’apartheid, e la fine di quella politica grazie alla vittoria di Nelson Mandela. Nel corso del suo regno ci fu l’adesione all’Unione europea e la brexit, l’inizio e la fine della guerra fredda.

Il declino della più grande potenza

Sicuramente l’Inghilterra vide negli anni un ridimensionamento della sua potenza, con la conquista dell’Indipendenza da parte di molte colonie africane. Già suo padre, aveva perduto la corona di imperatore dell’India. Ma di questo Elisabetta non aveva assolutamente colpa. Anzi per molti aspetti rappresentò un freno alla rapida disgregazione dell’impero britannico.

Rappresentò uno di quei rari pilastri umani, che consentono agli uomini di rispettare un’istituzione per molti aspetti criticata, ma che anche i repubblicani più convinti non potevano mettere in discussione, perché rappresentata proprio da lei . Una donna troppo amata per essere ragionevolmente rimossa dal popolo.

La difficile eredità

La regina è morta. Viva il re. Una frase che dà continuità alla monarchia e un senso logico all’istituzione monarchica.

Ma per Carlo questa volta sarà veramente difficile, rappresentare un elemento di continuità ed allo stesso tempo innovare. Uomo colto sensibile e raffinato, e comunque arrivato al trono molto anziano. Rappresenta sicuramente una piccola rivoluzione. Si tratta comunque del primo custode della chiesa anglicana che nella sua vita ha divorziato e tuttora vive con una donna divorziata. E ciò sicuramente rappresenta un elemento, che mette la monarchia al passo con i tempi della società.

Ma a questa età ,prendere nel cuore degli inglesi il posto della madre, sarà ancora più complesso. Quindi probabilmente si rivelerà un periodo di transizione, la cui lunghezza, potrebbe essere determinante per la monarchia stessa. Suo figlio è giovane, e la coppia reale dei nuovi principi di Galles è attualmente molto popolare anche e soprattutto perché rappresentano anagraficamente un rinnovamento.

Un attesa troppo lunga potrebbe, portare anche William ad essere anziano quando salirà al trono. E un’antica istituzione, a volte ha bisogno di un re giovane. Proprio come fu Elisabetta nel 1952.

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