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“Ogni giorno la vittoria è più vicina, è impossibile per noi non vincere questa guerra”. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si rivolge ai suoi connazionali (confermando i sospetti sul suo uso di stupefacenti).

Ormai l’ex comico non chiede, esige. Tutti devono correre in soccorso dell’Ucraina. Anche se, dal punto di vista del diritto internazionale, nessuno è tenuto a farlo. Dettagli per il presidentissimo in perenne maglietta oliva.

“Avete applicato sanzioni e di questo vi siamo grati, perché sono passi importanti – ha detto – Ma l’avete fatto tardi e c’erano altre possibilità”. Niente, non va bene niente.

Il nostro eroe prosegue chiedendosi “se avessero saputo che sarebbe durata tanto” avrebbero iniziato questa guerra? Date le tendenze neonaziste, probabilmente, Zelensky prevedeva un blitzkrieg – una guerra lampo.

Ovviamente la lunga durata del conflitto non è dovuto, dal punto di vista strettamente militare, alla mancanza di volontà dei russi di ridurre ad un cumulo di macerie l’intero Paese in un’ora. Il merito è tutto della resistenza ucraina. Difficile dargli torto.

Il presidente ucraino, poi, se l’è presa con tre Paesi dell’Ue – Germania, Irlanda e Portogallo – rei di essere in ritardo o riluttanti ad adottare misure contro Putin. Ma dove sta scritto che si debbano adottare misure contro Putin? L’Ucraina fa parte della NATO? No.

Il pregevole discorso alla nazione termina con una tirata d’orecchie all‘Ungheria di Viktor Orban per la sua posizione neutrale: “Una volta per tutte: devi decidere da che parte stare”.

Perché non è dato saperle. Sono atti dovuti, punto.

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