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REGNO UNITO

03.07.22 – 23:59

La tratta di esseri umani facilitata dai visti universitari nel Regno Unito

Studenti indiani e filippini spariscono dalle sedi inglesi per poi essere ritrovati a lavorare in condizioni disumane.

Il nuovo fenomeno preoccupa le autorità britanniche. Sono state adottate nuove misure per proteggere gli studenti internazionali dalla schiavitù moderna.

LONDRA – Prima il visto per entrare in Europa e accedere alle università, poi lo sfruttamento nelle case di cura inglesi a ritmi e condizioni disumane. Ecco riassunta la disavventura capitata a un gruppo di studenti indiani che frequentavano rispettivamente le università di Greenwich, Chester e Teesside. I ragazzi sono stati ritrovati in Galles dove erano costretti a lavorare presso una casa di assistenza medica in condizioni squallide con una paga giudicata indecente dalle autorità britanniche.

Fenomeno sempre più diffuso – Secondo un recente rapporto dell’agenzia Gangmasters and Labour Abuse Authority, che si occupa di proteggere i diritti dei lavoratori, questo non è un caso isolato. La tratta di esseri umani grazie ai visti rilasciati dalle università è un fenomeno sempre più comune nel Regno Unito. La carenza di personale sanitario nell’isola ha infatti costretto molte strutture a ingaggiare un gran numero di lavoratori stranieri per compensare il vuoto nel settore. Non tutti però hanno le carte in regole e come sempre c’è chi ne approfitta.

La truffa – Ma come funziona il raggiro? È molto semplice: le università concedono i visti d’entrata per gli studenti provenienti da nazioni del Terzo mondo. Una volta sbarcati in Inghilterra i ragazzi, dopo poche settimane, smettono di frequentare i corsi e spariscono nel nulla. Gli studenti vengono ritrovati successivamente a chilometri di distanza costretti a lavorare in condizioni di sfruttamento. Ai giovani, nativi soprattutto dall’India, dalle Filippine e dei paesi africani, viene sequestrato il passaporto e sono costretti a lavorare in condizioni vicine alla schiavitù. Le autorità sono già corse ai ripari e stanno esortando le università a stare in allerta sulle frequenze degli studenti provenienti da paesi in via di sviluppo. 

Le storie dei lavoratori sfruttati riportate dal quotidiano The Guardian sono impressionanti. Gli studenti sono costretti a fare turni di 24 ore senza interruzioni. La paga è così poco consistente da non permettere neanche ai ragazzi di mangiare. I turni sono massacranti e senza passaporto per gli studenti è impossibile scappare. 

Bisogna intervenire – Meri Åhlberg, responsabile della ricerca presso Focus on Labor Exploitation, ha affermato che l’abuso di studenti con visti d’entrata è una preoccupazione crescente in Gran Bretagna a causa della carenza di manodopera. «Ci sono studenti costretti a lavorare in condizioni non conformi rispetto al visto che hanno ottenuto. La vita è costosa e spesso questi ragazzi devono provvedere da soli al loro mantenimento. Lavorano quindi in modo illegale. Questo li rende molto vulnerabili allo sfruttamento. Il datore di lavoro ha il coltello dalla parte del manico e può denunciarli alle forze dell’ordine quando vuole. Il visto che permette loro di stare nel paese è appeso a un filo» ha sottolineato.

I risultati dell’inchiesta hanno portato a un maggior monitoraggio di queste pratiche illegali. La Teesside University ha affermato al The Guardian di aver adottato un «approccio più rigoroso» nella sicurezza degli studenti internazionali a rischio sfruttamento. La frequenza è stata monitorata e sono stati organizzati canali speciali per dare supporto ai ragazzi. Non hanno invece voluto rilasciare alcuna dichiarazione le altre due università coinvolte, Greenwich University e Chester University.