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(Adnkronos) – Per fronteggiare l’emergenza dei profughi accolti nel nostro Paese a causa dello stato di guerra in Ucraina, l’Italia sta offrendo una grande ospitalità, soprattutto a donne, bambini e ragazzi. La Fondazione Anna Mattioli “non avrebbe potuto restare insensibile a questa dolorosa questione umanitaria e ha perciò deciso di impegnarsi in prima linea” offrendo, tramite un bando promosso nello scorso mese di luglio d’intesa con l’Università di Parma, dieci borse di studio ed altrettante opportunità di alloggio gratuito per studentesse e studenti ucraini per l’anno accademico 2022-23.

A partire da questo mese, pertanto, “sette ragazze e ragazzi universitari ucraini avranno la possibilità di proseguire il loro percorso formativo, ricevendo un sostegno economico e la gratuità dell’alloggio per un anno offerti dalla nostra Fondazione, oltre all’esenzione dal pagamento delle tasse universitarie e al voucher per servizi ristorativi messo a disposizione da ER.GO. Pensando ai nuclei familiari fragili e all’esigenza di cura dei loro figli -si legge in una nota- abbiamo deciso inoltre di impegnarci per soddisfare richieste di aiuto provenienti da chi si trova in situazioni di difficoltà o di disagio”.

“Il primo passo di un’accoglienza consapevole è certamente quello di offrire un tetto a chi ne ha perso il riparo. La casa è, infatti, un elemento centrale, fondamentale per dare sicurezza e per contribuire a costruire una comunità sana e coesa. Pertanto, dopo aver avviato nei mesi scorsi un costruttivo dialogo con i principali Enti, Istituzioni ed Organismi preposti a Parma alle attività di accoglienza ed assistenza sociale, abbiamo deciso di mettere a disposizione gratuitamente l’alloggio anche a quattro famiglie con bambini, di cui due ucraine profughe di guerra, offrendo loro un riparo come primo passo di un percorso programmato verso un modello sociale protettivo ed inclusivo”. Il progetto, sviluppato d’intesa e con la preziosa collaborazione dell’Associazione CIAC e del suo staff di operatori e professionisti impegnati da oltre vent’anni nel settore, “vuole essere un altro concreto gesto di aiuto, la risposta ad un bisogno reale ed urgente, come voluto dai Fondatori. Un modo per iniziare a costruire insieme il bene comune, partendo dalle fondamenta”.