Nel Monferrato astigiano, ad Aramengo, l’azienda della famiglia Fasoglio da almeno cinque generazioni (“almeno” perché probabilmente sono ben di più) in sette ettari di proprietà si cimenta in produzioni di vini a base di varietà piemontesi: Arneis, Malvasia, Freisa, Barbera e Nebbiolo, recentemente affiancate da varietà internazionali come Chardonnay e Sauvignon.
Al progetto enoico mancava qualcosa, l’idea di sfidarsi iniziando una piccola produzione di Metodo Classico, non dettata per inseguire la moda del momento. Giulietto Fasoglio, la tesina per completare il percorso di studi l’ha fatta sul Metodo Champenoise. Il suo è un desiderio che parte da lontano, aspirazione che nel 2018 la natura gli ha consentito di concretizzare. Non si è scelto di vinificare Chardonnay o Pinot Noir ma bensì il Nebbiolo, che nelle terre dell’Albugnano si manifesta con una parte materica importante bilanciata da una buona acidità, non riscintrabile in altre zone del Piemonte. “Verso il 20 di agosto nella vigna dedicata al Nebbiolo ho notato che c’era tanta uva, abbiamo dovuto diradare”. Visti i risultati delle analisi del rifrattometro si è dato il là a una nuova concezione di fare vino. “Ho raccolto in casette 10 quintali di uva, dopo aver pulito i mosti ci siamo resi conto che le uve avevano le condizioni ideali per la spumantizzazione”. E così si è partiti con la consapevolezza che fare spumante per una cantina significa entrare in un nuovo percorso sebbene la produzione di bollicine in Piemonte sia sinonimo di cultura e tecnica antica. “Quando, e se, si lavora con il Nebbiolo, una componente tannica passa sempre, i tannini stendono un tappeto rosso alla Co2 perché reagiscono prima creando un ambiente accogliente alla schiuma, che sarà più bilanciata e cremosa” ci spiega l’enologo Gianpiero Gerbi in occasione della presentazione dell’Extra Brut Cavuret. Dopo 36 mesi sui lieviti, come accade per tuti gli spumanti a base Nebbiolo, il gusto è caratterizzato da una vinosità marcata e qui, a contribuire alla finezza e a una certa cremosità, c’è la scelta di optare per una pressione (bar) pari a 5.2.
James’ Tasting
SPUMANTE EXTRA BRUT CAVURET CASCINA QUARINO
Il nome riprende il soprannome del nonno Giulio, oggi piace pensare che somigliasse, per indole e carattere, a Cavour. Il suo colore dorato anticipa quella che sarà una solidità in bocca che si sviluppa con aromi empireumatici, fin quasi piccanti, la potenza si intensifica in sensazioni di affumicato, di torrefazione. Resta una gora data dalle note di distillato di rosa, che riporta al Nebbiolo. La tensione acida distende un volume increspato, la grassezza lascia spazio alla parte salace che chiude il sorso. Resta il rammarico di avere a disposizione poco più di 800 bottiglie, nelle vendemmie successive non si sono prodotte le basi spumante: non si è fatta una palinodia di ciò che si sosteneva sino alla vendemmia precedente, piuttosto si può concludere che la prudenza ha avuto la meglio sul coraggio a continuare. Nell’attesa di una nuova versione di Spumante firmato Cascina Quarino, Cavuret conferma le caratteristiche nel Nebbiolo dell’Albugnano: carnoso, la materia è bilanciata da una buona acidità e struttura tannica armoniosa e inserita.
cascinaquarino.com
Erika Mantovan
Si impressiona e condivide, felicemente, il trasporto di un racconto e l’emozione che rimane vivida nel palato. Per la sua mente, non c’è nulla di più bello di una rappresentazione scritta dei pensieri in forma libera. Dopo la Laurea in Economia, gestione e sviluppo del Turismo, ha dedicato le sue energie a formarsi per scandire ogni momento della sua vita fatta di sorsi, viaggi, incontri, e ogni loro forma di cambiamento.