se-oggi-esistono-ancora-la-fondazione,-la-casa-editrice,-la-catena-di-librerie,-il-merito-e-anche-se-non-soprattutto-di-una-donna:-inge-feltrinelli
Spread the love

Aldo Cazzullo

Aldo Cazzullo (foto di Carlo Furgeri Gilbert).

In queste settimane si è parlato molto dei cinquant’anni della morte di Giangiacomo Feltrinelli.

Ma se oggi esistono ancora la Fondazione, la casa editrice, la catena di librerie, il merito è anche se non soprattutto di una donna.

Una donna che si è trovata sola, con un figlio piccolo, e che si è presa cura, ha salvato, ha fortificato il mondo che il marito aveva creato.

Per fortuna il figlio piccolo è cresciuto e ha rivelato lo stesso talento e la stessa passione dei genitori.

Ma senza quella donna, Inge (da Ingeborg, in svedese: Amata), nulla si sarebbe salvato.

E dire che lei aveva già vissuto una vita precedente, in cui aveva fotografato gli uomini più affascinanti e controversi del Novecento: Ernest Hemingway, Pablo Picasso, e il cubano che era stato il liberatore ma soprattutto l’oppressore del suo popolo, Fidel Castro.

Quando la intervistai, ovviamente le chiesi quale rapporto avesse avuto con loro. Lei sorrise e rispose che il vero uomo della sua vita era stato Giangiacomo Feltrinelli (e dopo di lui l’artista argentino Tomás Maldonado); gli altri li aveva solo fotografati.

Aveva un modo di raccontare divertito, senza nostalgie: un fluire in cui ogni tanto si intuiva una nota di imbarazzo, o di leggerezza, o di rabbia (quando parlava della morte del marito, che secondo lei era stato assassinato).

La Cuba degli anni Cinquanta era poverissima, «i bambini morivano per strada come a Calcutta. Ogni giorno uscivamo in barca con Hemingway e un esule delle Baleari, Gregorio Fuentes, il pescatore de Il vecchio e il mare. Ma non pescavamo quasi mai niente: il marlin che si vede nel nostro celebre autoscatto era vecchio di tre giorni. Poi andavamo alla Floridita, dove in onore di Ernest facevano il “Daiquiri doble a la Papa”: praticamente un’insalatiera. A tavola però beveva solo Valpolicella, l’aveva scoperto sul fronte italiano della Grande Guerra. Ci arrivò la notizia della morte di Stalin; Hemingway ne fu distrutto, lo trovai ubriaco sul pavimento».

Ricevi news e aggiornamenti sulle ultime tendenze beauty direttamente nella tua posta

Che vita, Inge.

Volete condividere con noi emozioni, ricordi, riflessioni? Scriveteci a iodonna.parliamone@rcs.it

Tutti gli articoli di Aldo Cazzullo

iO Donna ©RIPRODUZIONE RISERVATA