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Percorrere la Val Passiria è un viaggio nel tempo. Un territorio antico plasmato dalle glaciazioni e dal tracciato del torrente Passirio che inizia la sua corsa al passo del Rombo per sfociare nell’Adige dopo Merano, guardato a vista dalle maestose cime del Cervina, della Clava e dell’Altissima (3.480 m), territori storicamente contesi da Reti e Romani, poi insidiati da Ostrogoti, Franchi, Longobardi e Slavi, che penetreranno questi luoghi, costringendo gli abitanti a riparare sui rilievi. Un’affascinante ed estesa area verde tutta boschi, piccoli borghi e manieri merlati plurisecolari, la cui popolazione traeva sostentamento dal lavoro nei campi, dall’artigianato e dalla miniera di Monteneve, che con i suoi 2.650 m.s.l.m era uno dei giacimenti più elevati d’Europa. Un produttivo bacino minerario, rimasto attivo dal 1200 al 1969, ma con tutta probabilità già in uso nei secoli precedenti, che darà vita a una località vera e propria, dotata di scuola, chiesa, ospedale e abitazioni per i minatori, lo attesta un documento notarile datato 1237 che riporta un pagamento avvenuto tramite: “spade realizzate in buon argento di Monteneve”. Un rifugio per il patriota Andreas Hofer (1767-1810), che per tre giorni troverà riparo in una delle forre della miniera, dopo ‘la seconda battaglia’, ma anche un luogo ritenuto di particolare interesse per l’impero, grazie all’estrazione di argento e zinco, dove nel 1898 avrebbe dovuto recarsi in visita Sissi, l’imperatrice Elisabetta d’Austria, riconosciuta estimatrice di Merano e della Val Passiria, ma non giungerà mai a Monteneve, la sua vita verrà stroncata a Ginevra dall’anarchico Luigi Lucheni.

Ottocento anni di storia nei quali il sito sarà fonte di sostentamento per moltissime famiglie della valle, arrivando nella seconda metà del 1400 al massimo fulgore con oltre 1000 minatori impegnati negli scavi e nel trasporto dei minerali che fino al XVI secolo avveniva con slitte e a braccia con le gerle. Fino al 1967 quando la miniera verrà chiusa e il paese abbandonato. Si dovrà attendere il 1996 per vedere risorgere l’antico sito minerario, ma a scopi turistici, grazie alla costruzione del suggestivo museo, pregevole esempio di archeologia industriale, nel quale rivivono le condizioni di lavoro e i ritmi durissimi dei minatori; sono state ripristinate alcune gallerie, rendendole visitabili con le guide e un suggestivo trenino che è il più lungo al mondo; restaurando infine il villaggio dei minatori, situato a 2355 m.s.l.m., che conserva il primato di paese più alto d’Europa.

Un luogo ameno scavato nel cuore della montagna ricco di storia, che è solo una delle numerose mete di interesse storico paesaggistico di quest’area, a poco più di una ventina di chilometri dal Quellenhof, che è tra i più esclusivi ed estesi resort wellness dell”Alto Adige, la cui vicenda familiare si fonde con la storia stessa della valle e ripercorre tutto il secolo ‘900 intrecciandosi con lo sviluppo turistico di questi meravigliosi territori. Era il 1923, quando i nonni di Heinrich Dorfer acquistavano il Quellenhof, una semplice locanda con stazione di Posta che aveva aperto i battenti nel 1897 sull’unica strada che attraversava la Val Passiria, prendendo il nome dalla sorgente di acqua freddissima prospiciente all’insegna. La locanda si ingrandiva e diventava punto di riferimento per i viaggiatori e per la gente della valle, anche grazie all’eccellente cucina, che esprimeva piatti gustosi come la celeberrima ‘trota in blu’, mentre sul finire degli anni ’50 si affacciava la seconda generazione, con la famiglia Luise e Rudolf Dorfer veri campioni di ospitalità e buona cucina.

Nel 1970 papà Rudolf viene a mancare a soli 42 anni e la moglie Luise Dorfer, classe 1930, sesta di undici figli, originaria di Santa Valpurga in Val d’Ultimo, rimane sola alla conduzione dell’hotel, con quattro bambini ancora piccoli. Dimostrerà carattere e determinazione, occupandosi della gestione complessiva dell’albergo ma mantenendo gli standard della cucina sempre elevati, con i piatti storici di quegli anni, ‘la trota al forno, lessa, alla mugnaia, al cartoccio, impanata, alla jugoslava, la zuppa di verdura e lo strudel con crema di limone.’ Luise è intraprendente e mette in campo nuovi progetti. Costruirà il Forellenhof con i primi campi da tennis dell’Alto Adige e rileverà il Kennenhof, un maso con terreni che consentirà ampliamenti importanti, fino agli anni ‘90 quando il Quellenhof, acquista la connotazione attuale, grazie alla conduzione di Heinrich Dorfer, terza generazione, che manterrà ciò che è stato fatto con tanta dedizione da chi lo ha preceduto, ampliando e innovando, ponendo l’accento su sport e wellness.

Grandi lavori hanno impegnato la famiglia per aumentare la capienza del resort, migliorare tutti i reparti, offrire maggior confort, migliorare l’abitabilità, offrendo sempre maggiori esperienze e attività per gli ospiti del Quellenhof Sport & Wellness Resort, nel 1992 viene costruito un campo da golf privato, finanziato un tunnel privato per allontanare il traffico dal resort, aumentando la tranquillità, gli spazi verdi e la sicurezza di adulti e bambini, puntando su un attrezzato reparto benessere e un innovativo Medical Center. Ma nel 2019 all’età di 89 anni viene a mancare mamma Luise, che tanto aveva dato alla famiglia e all’attività e si affiancano ad Heinrich Dorfer e alla moglie Meggy i 3 figli Carolin, Lukas e Tobias che rappresentano la quarta generazione. Un resort 5 stelle che è una vera immersione nella bellezza e nella natura incontaminata dell’Alto Adige e vi accoglie con la spettacolare fontana con giochi d’acqua a ritmo di musica per introdurvi nell’accogliente e raffinata lobby, tutta divani, legno e materiali naturali. Eleganti e spaziosi gli spazi comuni, ampie, raffinate e dotate di tutti i confort le camere doppie, le suite e gli esclusivi chalet, arredati in stile contemporaneo.

Il Quellenhof è un’autentica Spa destination e dispone di una delle più estese aree wellness dell’Alto Adige, con 10,500 mt 2  di puro relax, suddiviso in zona per adulti, nudisti e famiglie. Piscina coperta e all’aperto, piscina salina esterna, piscina infinity, solounge, laghetto biologico balneabile hot whirlpool, con aree lettini dislocate in più punti sul prato all’inglese. A tutto questo si aggiunge il monumentale Mondo delle saune: la finlandese panoramica con gettate di vapore, il bagno di vapore, la sala a raggi infrarossi, la sauna evento al lago (premiata come ‘sauna evento hotel’ più innovativa dell’arco alpino), le saune sferiche nel parco, il bagno alle erbe, la sauna all’argilla e numerose zone relax, anche tea lounge, oltre a un esteso Acqua family Parc con la nave dei pirati, scivoli e gommoni per i più piccoli.

Un’ampia collezione di esperienze tutte diverse che inducono all’attività fisica individuale e di gruppo, da vivere nel corso del soggiorno, noleggiando le bike, optando per il golf o il maneggio coperto, a cui si aggiungono le esperienze esterne al resort, con i dintorni non mancano certo di attrattive grazie alla pista ciclabile che costeggia il Passirio e conduce attraverso il verde ai borghi storici della valle, ai laghetti in quota, ai castelli. Tra i punti di eccellenza la ristorazione. Il ristorante panoramico al quinto piano per gli ospiti degli chalet; l’Underwater, ristorante di pesce, situato nella Sea Lodge; il Teppanyaki prima insegna in Alto Adige aperta da Toshio Kobatake, guidata dal suo allievo Roman Vidôvic, che cucina il sushi e le specialità asiatiche a vista, abile di tecniche apprese in Giappone.

Il Ristorante Teppanyaki

Al pianterreno gli ospiti gourmet possono vivere un’autentica esperienza sensoriale, cenando al Quellenhof Gourmetstube 1897, ristorante gastronomico aperto nel 2016 con soli cinque tavoli e uno staff di 12 persone. Un ambiente dall’architettura immaginifica e dal design contemporaneo, guidato dal maitre sommelier Matteo Lattanzi, collaboratore della famiglia Dorfer da ben 19 anni, padrone di casa di grande competenza che coordina lo staff di sala e consiglia i migliori abbinamenti enologici attingendo alla sconfinata cantina con oltre 20.000 bottiglie, 1200 etichette, una corposa sezione altoatesina e annate a partire dal 1943.

La raffinata e innovativa cucina dello chef Michael Mayr, al Quellenhof da quasi ventidue anni, propone percorsi fine dining stagionali e regionali di grande suggestione. L’ideale per conoscere la filosofia dell’esclusiva insegna altoatesina è affidarsi al menu ‘Psaier Meet´s the world’, scegliendo 4, 5, 6 portate, tra le 12 complessive, per scoprire la cucina e i prodotti del territorio insieme agli ingredienti dei cinque continenti.

Chef Michael Mayr

Erbe antiche colte nel giardino dell’hotel e nei boschi che lambiscono il Passirio, materie di provenienza locale come il pesce allevato da Schiefer nelle acque purissime della vicina San Leonardo, la macelleria e i salumi di Martin Hofladen, che seleziona le carni di 30 masi della Passiria e delle valli vicine, le specialità casearie di Degus e il maso piccolo Aigner Hof, le barbabietole e gli ortaggi di un piccolo coltivatore, le uova fresche di allevate all’aperto di Voglhauserhof, offrono spunti quotidiani allo chef Mayr per realizzare piccoli capolavori che sono viaggi nella cultura culinaria della valle riletti alla luce delle sue esperienze. Il lieve ed erbaceo astice con limone salato, topinambur, frutto della passione. L’intenso e speziato crudo di tonno con yuzu, ponzu, zenzero. L’oeufs noir con caviale kaluga, cipolla tropea. Il foie gras con zuppetta al vino passito Cashmere della prestigiosa cantina Elena Walch. I ravioli ai 4 formaggi con piccione Miéral e liquirizia, dai suadenti ritorni lattici, signature dishes dello chef Mayr. La succulenta e tenerissima sella di capriolo con pistacchio, pesca della vigna, tubero di cerfoglio (il miglior piatto di selvaggina assaggiato nel 2022). Per chiudere in dolcezza con i cannelloni cocco e passion fruite; il dulcey con mela e fava tonka; la ricotta del contadino con vaniglia Tahiti. Personale attento e servizio accurato, con piacevoli selezioni di jazz e soul anni ‘20’30’60, con Ella Fitzgerald, BB King, Amstrong.

quellenhof.it

Luca Bonacini

Assaggia per professione e per diletto, scrive di wellness sperando prima o poi di perdere almeno un chilo e racconta di wine cooking, alternando giurie di ogni ordine e grado passando con scioltezza dal gnocco alla pasticceria, dai maccheroni al pettine al Lambrusco, ma senza mai farne parola con la moglie che è convinta che lui stia facendo una docenza.

Category: spa