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11 mar 2023 – 22:05 Aggiornamento

«Salviamo la democrazia», 250’000 israeliani in piazza contro la riforma giudiziaria

Il governo di Benyamin Netanyahu non sembra però voler fare marcia indietro.

TEL AVIV – Circa 250 mila manifestanti stanno protestando in 95 luoghi di Israele contro la riforma giudiziaria del governo di destra di Benyamin Netanyahu. Solo a Tel Aviv – secondo stime dei media – sono circa 150 mila e a Haifa, nel nord del Paese, 50 mila.

Gli organizzatori hanno già preannunciato una nuova protesta nazionale – “Giorno di resistenza crescente” – per giovedì prossimo quando il premier Benyamin Netanyahu dovrebbe partire per Berlino. L’intenzione è quella di replicare quanto accaduto giovedì scorso quando il primo ministro è volato a Roma per l’incontro con Giorgia Meloni.

«Questa è una delle settimane più critiche nella salvaguardia della democrazia israeliana», hanno detto gli organizzatori delle proteste riferendosi al fatto che il governo – nonostante tutti gli appelli al confronto, in particolare del presidente Isaac Herzog – intende accelerare alla Knesset l’approvazione della riforma e la limitazione dei poteri della Corte Suprema. Come sempre lo slogan più gridato nelle manifestazioni è stato “Democrazia” e “Vergogna” indirizzato al governo.

Il capo dell’opposizione Yair Lapid nei giorni scorsi ha lanciato l’idea che la Dichiarazione di Indipendenza di Israele del 1948 diventi l’articolo 1 di una Carta costituzionale che manca nel Paese. Intanto il capo della polizia Kobi Shabtay ha ammesso di aver compiuto un “errore” nel licenziare giovedì scorso – su pressione del ministro della Sicurezza nazionale, il controverso Itamar Ben Gvir (Potenza ebraica) – il comandante della polizia di Tel Aviv Amichai Eshed per non aver saputo controllare le proteste anti riforma di quel giorno.