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Il porno è un mestiere pericoloso? Sì, anche. Ha fatto il giro del web la notizia che Adriana Chechik, 30enne diva pornostar, da 8 anni nel porno ad altissimi livelli, si sia ritrovata con “il collo distrutto, un nervo schiacciato, due vertebre fuori posto” dopo aver girato una scena porno. Ma non è vero!!!

Magari prima di diramare tali mediche informazioni sarebbe opportuno precisare, e magari a tradurle ai lettori italiani sarebbe auspicabile porno informarsi meglio, perché se è vero che Adriana Chechik si è fatta male durante le riprese, una tale serie di infortuni dopo un porno non è possibile, credibile, e infatti è un elenco di incidenti che a Adriana son capitati nel corso della carriera, e una carriera inusuale come la sua, di porno eccessivo e che solo lei, con un corpo come quello che ha lei, allenato e preparato, è in grado di realizzare.

Porno posizioni estreme

Posizioni porno estreme che possono causare traumi “come quelli di un lottatore di wrestling!”, esclama sorridente Adriana, e non nel suo podcast come erroneamente riportato, ma ospite di “Plug Talk”, adult podcast condotto dagli adult web-star Adam22 e Lena The Plug e i cui fervidi 10 minuti di intervista a Adriana Chechik li vedi e li senti su YouTube (www.youtube. com/watch?v=4JdVA83TVVM), e ci vedi lei, nella sua sfolgorante bellezza, lei, Adriana Chechik, in reggiseno e pacchiani leggings che ne baciano le forme e il sesso… e ti pare che stia male? Che sia grave? Ma dove lo dice che deve col porno smettere “per diagnosi medica”???

Ma poi non è vero che Adriana starà ferma un anno, ma no, ma manco per niente! Tranquilli, porno-fan: a Adriana è stato solo cautelativamente consigliato di astenersi dal porno girato quello più selvaggio e multiplo (lei che aveva in programma di girare un’orgia), non di astenersi da performance porno meno… “distruttive”.

Meglio che per un po’ di nuovo non si cimenti in simili intricate acrobazie, acrobazie che nel porno non sono certo la prassi… e però niente e nessuno le vieta di girare altri porno, diversi, se più quieti comunque non meno accendenti (e che si rimirino a prova le ultime anal-fatiche di Adriana fuori e dentro il suo OnlyFans). La mitica Adriana sta così bene che in questo podcast parla con orgoglio della sua vita nel porno, e dei suoi record (“una gang-bang di 35 uomini”), e che lei nel porno il più eccedente ci sta da dea e non se ne pente e col cavolo che smette (“io sono una lottatrice del sesso e la mia arma è la mia vagina, i suoi muscoli: è con lei che ho il controllo degli uomini”).

Rocco Siffredi

I miei Dago-lettori più affezionati lo sanno, che i pornostar quelli famosi, quelli che fanno porno di serie A, sono degli atleti. Hanno un corpo ad hoc temprato, hanno una resistenza porno peculiare, sono atleti a tutti gli effetti che in più come performer conoscono e applicano codici porno per girare porno che a chi guarda paiono naturali nella loro ingenita innaturalità: ricordatevi sempre che nel porno ogni scena, anche la più basica – anche il più classico missionario girato su un letto! – in nulla e neppur minimamente corrisponde a un missionario da noi comuni mortali fatto (bene? male?) nel letto di casa nostra.

Le posizioni nel porno sono in sé innaturalissime e recitate a favore di telecamera (con genitali e ano e pisello inquadrati in azione) e non vanno imitate a casa, anche perché (e non mettendo in dubbio le capacità amatorie di nessuno tra voi) non se ne è capaci, e questo appunto perché non si hanno muscoli e abilità che un attore porno in quanto tale ha.

Detto questo, gli incidenti sui set porno ci sono, e certo, e possono capitare a uomini e donne. Son passati alla storia, e riempiono i suoi racconti scritti e orali, gli incidenti accaduti a Rocco Siffredi, lui che una volta su un set per il troppo sc*pare è addirittura svenuto (ma solo dopo aver completato e perfettamente l’ultima scena!).

re Gabriel Pontello

Lui che una volta, da ragazzo, su un set, e lo dirigeva il fu re Gabriel Pontello, quasi non finisce arrostito, lui e le ragazze con cui stava pornando vicino a un marchingegno che doveva a un certo punto simulare scoppi e incendio, una roba scenica, che però per poco non li “cuoce”…! e mettici pure che una volta Rocco su un altro set ci ha rimediato un occhio nero, per una gomitata non prevista, e ancora: lui una volta ha “sfasciato” la mandibola a una collega che gli stava praticando fellatio!

Rocco si spaventò a morte, però mica era colpa del suo pisellone, macché, la colpa era del vero ex della tipa, un vero criminale, che le aveva rotto l’arcata dentale, che un dentista aveva aggiustato, e però arcata che, col gran pene di Rocco, era ceduta di nuovo (non erano tempi di MeToo e piagnistei, sicché ecco come la tipa ha sistemato l’ex violento: l’ha aspettato sotto casa, in macchina, e qui inchiodato al muro e con l’auto accesa schiacciato e cucinato il pacco…).

Franco Trentalance è quasi finito in shock anafilattico, lui e la partner con cui stava girando, all’aperto, per le punture che uno sciame di api incaz*ate gli avevano fatto sulla schiena e non solo. Trentalance è stato altresì fermo giorni a letto da indicibili dolori causati da una scena di sesso girata su una scala a pioli. Valentina Nappi si è ferita la vagina, per colpa di un fisting di una collega dalle unghie poco o male tagliate.

Valentina Nappi

Malena durante una fellatio di quelle pornostrong, quelle che prevedono la testa “incastrata” tra le gambe di lui, si è sentita male e ha vomitato (da scene BDSM come questa nel porno ti “salva” l’obbligatoria safeword, a parola o con gesto, che prima di girare va concordata col regista e tra gli attori).

In una scena lesbo infuocata, Asa Akira e Jessica Drake sono capitombolate, nude, sudate, avvinte, contro un impianto di luci di scena, rimediandoci per fortuna solo ematomi e risate (e posizioni da rifare). Perché alla fine nel porno chi ci rimette e peggio di tutti è lui, il pene, che in più che rare e sfigate scene si può pure “spezzare”: è accaduto a uno dei 69 peni della gang-bang con Malena e Martina Smeraldi. Crack avvenuto nell’ano di Martina. Spavento e dolore inenarrabili per un danno sanato al pronto soccorso e guarito con un riposo mi pare di un mese o due.

Barbara Costa per Dagospia

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