Parlami, romanzo d’esordio di Francesco Zani edito da Fazi Editore, ha le caratteristiche che un’opera prima dovrebbe avere per fare breccia nel cuore del lettore: è piuttosto breve, 172 pagine in tutto che scorrono davvero bene; coinvolge, emoziona e spiazza; è scritto in maniera pulita e lineare, senza fronzoli che potrebbero rallentarne la lettura, e con uno stile narrativo molto interessante. Zani si fa conoscere come voce nuova e promettente della narrativa italiana.
Non è un diario, ma a tratti lo ricorda. Parlami è la storia di Alessandro, per tutti Gullit (sì, il riferimento è al ‘Tulipano nero’, ex stella del Milan). È un bambino “speciale”, parla poco, balbetta e non ha amici. L’unico con il quale riesce in parte ad aprirsi è il fratello maggiore. I due crescono insieme a Cesenatico, tra gli ombrelloni del Bagno Beatles, stabilimento balneare gestito dai genitori; per il padre il bagno è una ragione di vita, per la madre un peso che la porta ad odiare la propria esistenza e la rende dipendente dall’alcol. Nel mezzo ci sono l’animata Cesenatico estiva di metà anni Novanta e inizio Duemila, giri d’affari piuttosto oscuri, l’ambizione ma anche la malinconia di una quotidianità stravolta.
L’esordio di Zani con un romanzo di formazione
Zani, nel suo esordio, si cimenta in un’opera che risponde a tutti gli effetti ai dettami del romanzo di formazione. Il lettore viene accompagnato attraverso il percorso di crescita e maturazione individuale di Gullit. Un percorso differente da quello di ogni altro bambino, che nonostante le difficoltà personali ad esprimersi e relazionarsi con le persone che lo circondano, gli permette di cominciare a trovare una posizione all’interno della società. Lungo la narrazione, Gullit impara a suo modo ad approcciarsi agli altri e impara l’amicizia. È il narratore a porre l’attenzione sui sentimenti e i pensieri del protagonista, che pur mai esternati emergono con potenza tra le pagine: si intuisce, in particolare, una sofferenza latente causata da scarsa comprensione, disinteresse nei propri confronti e incapacità comunicativa. E poi c’è tutto il contorno dell’ambiente sociale chiaro e ben definito della movimentata riviera romagnola.
Molto interessante è lo stile adottato da Zani, in particolare la seconda persona singolare utilizzata dal narratore per rivolgersi direttamente a Gullit (che del narratore è fratello minore) o fare riferimento ai vari episodi che lo vedono protagonista. Si tratta di una tecnica che ha un forte potere evocativo, utilizzata con maestria e maturità dal giovane scrittore. La seconda persona fa capire quanto il narratore sia davvero vicino a Gullit, quanto tenga ai piccoli progressi e traguardi raggiunti dal fratello. La seconda persona esplode i sentimenti che legano i due fratelli, e rende più vera e intima una storia che commuove e costringe a incassare anche qualche pugno allo stomaco.
Voto 8
Trama 7 | Stile 9 | Coinvolgimento 8