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CITTÀ DEL VATICANO (Reuters) – Papa Francesco ha condannato per la prima volta l’esecuzione di manifestanti da parte dell’Iran nel suo tradizionale discorso di Capodanno ai diplomatici e ha detto che la guerra in Ucraina è “delitto contro Dio e contro la stessa umanità”.

Il pontefice ha fatto le sue osservazioni in un discorso ai diplomatici accreditati presso il Vaticano, in una panoramica all’inizio del nuovo anno che è diventata nota informalmente come il suo discorso sullo “stato del mondo”.

Il bollettino di otto pagine, letto ai rappresentanti della maggior parte dei 183 Paesi accreditati presso il Vaticano, ha spaziato su tutte le aree di conflitto del mondo, comprese quelle in Africa, Medio Oriente e Asia.

Ha ribadito la condanna dell’aborto, facendo appello “particolarmente di quanti hanno responsabilità politiche, affinché si adoperino per tutelare i diritti dei più deboli”, e ha nuovamente messo in guardia dalla minaccia di un conflitto nucleare.

Tuttavia, la principale novità del discorso nell’Aula della Benedizione è stato un intervento sui disordini in corso in Iran, finora non menzionati dal pontefice, dopo la morte lo scorso settembre della 22enne curda iraniana Mahsa Amini, avvenuta in custodia della polizia.

“Il diritto alla vita è minacciato anche laddove si continua a praticare la pena di morte, come sta accadendo in questi giorni in Iran, in seguito alle recenti manifestazioni, che chiedono maggiore rispetto per la dignità delle donne”, ha detto.

Quattro manifestanti sono stati giustiziati in relazione all’ondata di proteste popolari nella Repubblica islamica.

“La pena di morte non può essere utilizzata per una presunta giustizia di Stato, poiché essa non costituisce un deterrente, né offre giustizia alle vittime, ma alimenta solamente la sete di vendetta”, ha aggiunto Papa Francesco.

Ha poi ripetuto un appello per la fine della pena capitale in tutto il mondo, affermando che essa è “sempre inammissibile poiché attenta all’inviolabilità e alla dignità della persona”.

Il Papa ha affermato che molti Paesi si sono impegnati solo a parole a rispettare i diritti umani e ha chiesto il rispetto per le donne, affermando che sono ancora ampiamente considerate come cittadini di seconda classe, soggette a violenze e abusi.

“In tal senso, è inaccettabile che parte della popolazione possa essere esclusa dall’educazione, come sta accadendo alle donne afgane”, ha detto.

Papa Francesco ha parlato della “guerra in Ucraina, con il suo strascico di morte e distruzione; con gli attacchi alle infrastrutture civili che portano le persone a perdere la vita non solo a causa degli ordigni e delle violenze, ma anche di fame e di freddo”.

Immediatamente dopo ha citato la Costituzione conciliare ‘Gaudium et spes’ affermando che “ogni atto di guerra, che mira indiscriminatamente alla distruzione di intere città o di vaste regioni e dei loro abitanti, è delitto contro Dio e contro la stessa umanità e va condannato con fermezza e senza esitazione”.

In un riferimento alla crisi dei missili di Cuba del 1962, ha detto: “purtroppo, ancora oggi la minaccia nucleare viene evocata, gettando il mondo nella paura e nell’angoscia”.

Il pontefice ha ripetuto il suo appello per la totale messa al bando delle armi nucleari, affermando che anche il loro possesso per motivi di deterrenza è “immorale”.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Andrea Mandalà)