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Non ci sono più attivisti a “Lutzy”
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Non ci sono più attivisti a “Lutzy”
Il movimento di protesta si è spostato in una cittadina poco lontana. «È stato scioccante vedere con quanta violenza la polizia ha operato»
Non ci sono più attivisti a “Lutzy”
Il movimento di protesta si è spostato in una cittadina poco lontana. «È stato scioccante vedere con quanta violenza la polizia ha operato»
LÜTZERATH – Dopo due anni di presidio costante nelle case di Lützerath, gli attivisti non ci sono più. Sgomberati dalle forze di polizia tra mercoledì e domenica scorsi, non sono bastate 35mila persone giunte ai confini del villaggio tedesco per far demordere il colosso energetico Rwe e il governo tedesco. Ora il movimento “Lützerath Lebt” prosegue le sue attività da un villaggio vicino, con la speranza che possa bastare perché la miniera di lignite Garzweiler II non venga espansa.
Nel frattempo a Lützerath si demoliscono le ultime case e si tagliano gli alberi. Fotografie e video mostrano macerie, ruspe e qualche cartaccia. C’era stato un tentativo di ritardare i lavori. Alcuni attivisti erano riusciti a violare i confini della miniera già aperta, posizionandosi in alcuni punti chiave. In particolare in una buca e sui binari dove passano vagoni carichi di carbone e lignite estratti giornalmente. «Sono tornati martedì al campo e stanno bene».
Quella lignite è davvero necessaria?
In un articolo apparso sulla Berliner Zeitung l’11 gennaio vengono messi a confronto due studi. Uno sconsiglia lo scavo, l’altro lo incoraggia.
Il primo è stato realizzato dai ricercatori di tre diverse università e istituti: l’Università europea di Flensburgo, l’Università tecnica di Berlino e l’Istituto tedesco per la ricerca economica. Il secondo è stato commissionato dai ministeri dell’Economia, dell’Industria della Protezione per il Clima e dell’Energia della Renania Settentrionale-Vestfalia.
La conclusione della prima ricerca è la seguente: «Non c’è una necessità energetico-economica, né una giustificazione climatico-politica di espandere la miniera Garzweiler II». Il motivo: considerando gli obiettivi che la Germania si è imposta, ossia l’uscita dal carbone entro il 2030, le riserve che si trovano sotto Lützerath non sono necessarie, sarebbero anzi troppe.
I ministeri sono giunti a una conclusione invece diametralmente opposta: mancano almeno 17 milioni di tonnellate di lignite – sotto Lützerath ce ne sarebbero centinaia di milioni – e la domanda futura supererà la disponibilità di materia prima se non si scava a Lützerath. A questa affermazione si unisce anche il colosso energetico Rwe che cita, tra le altre cose, la crisi del gas dovuta alla guerra in Ucraina.
Va precisato, però, che Rwe aveva stipulato accordi con il governo tedesco già nel 2017 – due anni dopo gli Accordi di Parigi – e che la Germania si è già munita di due rigassificatori per far fronte alla penuria di gas.