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Lunedì le autorità ucraine hanno aggiornato il calcolo da 29 a 40 delle persone uccise nel bombardamento russo compiuto sabato scorso a Dnipro, una grande città nella parte centro-orientale del paese. Il bombardamento ha colpito un grosso condominio a nove piani, facendone crollare un’ampia porzione: i soccorritori ucraini sono ancora al lavoro tra le macerie e hanno detto anche che ci sono 30 dispersi e almeno 75 feriti. Nel condominio abitavano circa 1.700 persone.

Quello di sabato – il giorno del Capodanno ortodosso – è stato il peggior attacco contro Dnipro da quando è cominciata la guerra a febbraio dell’anno scorso. Non è chiaro se il bombardamento contro Dnipro fosse davvero indirizzato verso il condominio: come avviene da mesi anche questo attacco sembrava rivolto alle infrastrutture energetiche. È possibile che il condominio sia stato colpito per errore, benché nel corso della guerra la Russia abbia ripetutamente bombardato e distrutto edifici civili, ospedali e scuole. L’Alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Unione Europea, Josep Borrell, ha definito l’attacco al condominio di Dnipro una «aggressione disumana»; la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, ora assunta dalla Svezia, lo ha definito un «crimine di guerra».

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