Monastero Santa Rosa, l’hotel con affaccio sul paradiso
Certe storie d’amore iniziano così, senza preavviso. Un giorno sollevi gli occhi al cielo e sei completamente stregato. E non importa quanto tempo ci vorrà, quanta fatica per realizzare quel desiderio, perché è il cuore che detta legge. È ciò che accaduto all’imprenditrice americana Bianca Sharma, nel 2000 in crociera nel golfo di Salerno. Quel colpo di fulmine era un rudere seicentesco incastonato sulla baia di Conca dei Marini, pittoresco borgo di pescatori tra Amalfi e Positano: è il Monastero Santa Rosa, un convento domenicano costruito nel XVII secolo. Da lì, il sogno di trasformare questo posto in un boutique hotel, durato oltre dieci anni, è diventato realtà. Bianca aveva capito da subito che un posto così mistico e speciale non poteva essere lasciato al suo destino (era già diventato un hotel all’inizio del Novecento, attivo fino a fine secolo, poi abbandonato per anni), e ha mantenuto con coraggio e costanza la struttura, la storia e la tradizione di questo luogo mistico dove “da ogni finestra il mare; in ogni finestra, il sole”.
Piccoli, importanti dettagli svelano un passato eccezionale: dalla campanella all’ingresso che annuncia l’arrivo degli ospiti alla botola all’ingresso, necessaria per lo scambio del cibo – tipico dei monasteri di clausura – passando per il confessionale in corridoio. Last but not least: la cappella del XII secolo è ancora funzionante – per la serie, si può celebrare il matrimonio e poi festeggiare con un pranzo a bordo della spettacolare piscina a sfioro.
E poi, si può romanticamente soggiornare in una delle venti tra magnifiche camere e impareggiabili suite di diverse dimensioni, in un contesto molto intimo e raccolto. Distribuite su due piani, in quelle che furono le ex celle delle religiose, le stanze hanno tutte un interior caldo, basico e confortevole allo stesso tempo. Qui, aprire le finestre e godersi il panorama è una meravigliosa sorpresa ogni mattina.
Gli inizi mistici.
Il placido suono del mare, con le sue onde lente. Il profumo del limone e del rosmarino, che arriva dal giardino terrazzato. La vicinanza al paradiso è palpabile, visibile, olfattiva, sonora. Sembra quasi di percepire ancora il fruscìo delle tonache che si muovono sotto i veli neri, mentre le suore affaccendate coltivano spezie, preparano i medicinali con fiori ed erbe aromatiche e sfornano deliziosi dolcetti alla crema, (oggi le famose sfogliatelle Santa Rosa che sono nate proprio qui). Questo luogo incantevole fu infatti un monastero seicentesco nato per volere di suor Rosa Pandolfi, della nobile famiglia Pontone di Scala. In origine era un convento dedicato a Santa Rosa da Lima, un rifugio mistico, isolato, una perla incastonata in un luogo incantevole. Si narra che qui, negli anni in cui vissero le “sacre vergini” prima – e dopo il 1934, quando divenne un hotel e ospitò, tra gli altri, Jacqueline Kennedy ed Eduardo de Filippo – si siano consumati amori, drammi e vissute gioie infinite. Come non crederci?
La cucina e il territorio.
Oggi, grazie a Bianca Sharma e al suo caparbio atto d’amore, il Monastero Santa Rosa è un luogo di armonia, dove spiritualità e terrena passionalità si intrecciano magicamente. Il Refettorio ne è l’esempio: è questo il nome del ristorante stellato Michelin, il regno dello chef salernitano Alfonso Crescenzo. La sua cucina è a base di pescato (siamo in Costiera e il mare è ovunque, non dimentichiamocelo), delle carni e dei prodotti del territorio (dalla pasta di Gragnano alle alici di Cetara, passando per i formaggi artigianali e i pomodorini del Piennolo), e include molti frutti e vegetali freschissimi che arrivano direttamente dall’orto mediterraneo del Monastero, a soli dieci metri dalla cucina, in pura tradizione monastica. Stelle sì, ma per chi preferisce un’atmosfera più informale c’è anche un bar accanto all’infinity pool (è anche riscaldata nei mesi meno caldi) – la vista a strapiombo da qui è il paradiso degli instagrammer di tutto il mondo – e dell’angolo bar della biblioteca.
La spa e l’eredità monastica.
Anche negli spazi dedicati al benessere e al relax, il passato riemerge, più vivo che mai: ogni stanza della Spa conserva infatti i soffitti a volta originali del XVII secolo e molti dei muri rustici. La sala trattamenti più eccezionale, la Spa Suite, è uno spazio a volta di 80 m2 a doppia altezza con Rasul, bagno turco, doppi lettini, sala relax e una terrazza con tanto di giardino. Amatissima da molte coppie che qui trovano una “spa privata nella spa”. Anche i trattamenti all’aperto, nella privacy del Giardino dei Trattamenti, non sono male. Per chi vuole farsi cullare dal rumore delle onde del mare, all’ombra del pergolato secolare. Nel silenzio perfetto. Ci si ritrova così, dopo una giornata di puro relax, tra un bagno di vapore e un massaggio, a sorseggiare un drink sulla terrazza del monastero, aspettando il tramonto. Niente di più romantico. Non stupisce che sempre più coppie vengano qui per scambiarsi promesse d’amore. D’altronde, quella storia d’amore iniziata anni fa, continua – più viva che mai – ancora oggi.