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Redazione 25 aprile 2022 09:57

È Luca El Maccaoui il ragazzo fermato per l’omicidio di Anselmo Campa, l’imprenditore di 56 anni ucciso a Grumello del Monte, in provincia di Bergamo, lo scorso 20 aprile. Tra i motivi che avrebbero spinto El Maccaoui (22enne nato in Italia da genitori marocchini) ad uccidere il 56enne, ci sarebbe anche una Renault Clio che Campa aveva comprato e dato in uso alla figlia Federica e al giovane, quando quest’ultimo era fidanzato con la ragazza. 

Un’automobile comunque sempre rimasta intestata all’imprenditore e della quale avrebbe chiesto più volte conto a El Maccaoui, dopo che il 22enne si era lasciato con la fidanzata Federica (la quale da tre mesi si trovava in Egitto per lavorare come animatrice). La vettura – che Campa aveva già trovato da vendere a un conoscente – e altri screzi potrebbero rappresentare il movente del delitto: situazioni di tensione che avrebbero alimentato l’astio tra i due uomini, che pare già in passato avessero discusso su questi argomenti.

Anselmo Campa, l’imprenditore ucciso a martellate in casa

Il cadavere dell’uomo era stato rinvenuto mercoledì 20 aprile, di sera, nel soggiorno della sua abitazione con diversi colpi alla testa. Il primo sopralluogo aveva, sin da subito, indirizzato le indagini nel ristretto ambito familiare e di amici, considerato che quasi nulla era stato portato via e che alcuni dettagli in casa facevano pensare ad un incontro tra la vittima e qualcuno di sua conoscenza. I militari, dopo aver visionato decine di telecamere di videosorveglianza e sentito le versioni di parenti ed amici del deceduto, nelle ultime 24 ore avevano posto l’attenzione su un ragazzo, 22enne residente a Grumello del Monte, che fino a poco tempo fa aveva avuto un rapporto sentimentale con un familiare della vittima.

Ascoltato per diverse ore, il giovane si sarebbe contraddetto rispetto ai suoi spostamenti di quel giorno. Cosa che ha portato i militari, coordinati dal magistrato incaricato delle indagini, a fare una perquisizione al suo posto di lavoro e in casa sua. Nel corso delle operazioni il giovane è crollato, confessando l’omicidio. A quel punto ha accompagnato gli investigatori in un bosco di Castelli Calepio, sulle sponde del fiume Oglio, dove aveva occultato l’arma del delitto (un martello) e i vestiti utilizzati quella sera e che presentavano ancora evidenti tracce di sangue, mentre sul suo luogo di lavoro sono stati rinvenuti il portafogli ed il mazzo di chiavi dell’abitazione della vittima, nonché dei pantaloni utilizzati per la fuga dopo il fatto. Preso atto di quanto accertato dagli investigatori, il pubblico ministero ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti del 22enne, condotto al carcere di Bergamo.

L’imprenditore, 56 anni, era stato ucciso a martellate per poi essere lasciato esanime sul pavimento di casa, in un bagno di sangue: gli amici di sempre, quelli del bar Arci, preoccupati perché ormai da un giorno intero era inusualmente irreperibile, l’avevano trovato senza vita nel suo appartamento di Grumello del Monte, piccolo comune in provincia di Bergamo. La porta era chiusa ma non a chiave: appena entrati, la drammatica scoperta. Il cadavere di Anselmo Campa era in soggiorno. L’appartamento è stato posto sotto sequestro, la salma trasferita in obitorio. Campa era separato, viveva da solo e aveva due figlie, di 13 e 21 anni. Originario di Cividino (frazione di Castelli Calepio, a due passi da Palazzolo), da tempo si era stabilito a Grumello. Martedì pomeriggio si era sentito con gli amici: si sarebbero dovuti incontrare al bar per guardare insieme il derby di Coppa Italia tra Inter e Milan. Al circolo Arci Anselmo Campa non ci è mai arrivato.