Giovedì pomeriggio il Consiglio dell’Unione Europea, l’organo che riunisce i rappresentanti dei 27 governi dell’Unione, ha approvato all’unanimità l’applicazione di una norma europea che garantirà un permesso di soggiorno temporaneo alle persone in fuga dalla guerra in Ucraina, causata dall’invasione dell’esercito russo. È la cosiddetta “protezione temporanea”, uno strumento legislativo di emergenza finora mai applicato nella storia dell’Unione Europea. Filippo Grandi, commissario dell’ONU per i rifugiati, ha definito la decisione del Consiglio «senza precedenti».
La protezione temporanea è uno strumento che fu introdotto nel 2001 per fornire uno status giuridico riconosciuto in tutta l’Unione alle persone che allora scappavano dalle violenze nei Balcani, in particolare dalla guerra che si combatté in Kosovo fra il 1998 e il 1999. Arrivò troppo tardi per accogliere i profughi di quel conflitto, e in seguito non fu più attivato, nemmeno durante il flusso di migranti della cosiddetta “rotta balcanica“, nel 2015.
La protezione temporanea dà diritto a tutte le persone che scappano dall’Ucraina di ricevere un permesso di un anno per risiedere, lavorare, andare a scuola e ricevere assistenza sanitaria nell’Unione Europea, rinnovabile di sei mesi in sei mesi fino a tre anni. Sarà essenziale per inquadrare dal punto di vista giuridico e amministrativo, ma anche concreto, lo status delle centinaia di migliaia di persone che nei prossimi giorni e nelle prossime settimane arriveranno nell’Unione Europea.
Già oggi, dopo appena una settimana di combattimenti, si stima che poco meno di un milione di persone siano scappate dall’Ucraina verso i paesi dell’Unione Europea.
Nonostante l’Ucraina non faccia parte né dell’Unione Europea né dell’area Schengen, formata dai paesi nei quali i propri cittadini possono muoversi senza esibire i documenti, ha da tempo un accordo per cui i cittadini ucraini possono entrare e rimanere nei paesi dell’Unione fino a 90 giorni, senza dover chiedere un visto. Nei giorni scorsi la commissaria europea agli Affari interni, la svedese Ylva Johansson, aveva ripetuto spesso che i principali problemi sarebbero sorti «al 91esimo giorno», cioè alla scadenza del periodo fissato dalle norme ordinarie.
L’applicazione della protezione straordinaria permetterà invece di snellire drasticamente le procedure amministrative e burocratiche per ottenere un permesso di soggiorno: ai profughi basterà dimostrare alle varie autorità nazionali di avere la cittadinanza ucraina o di risiedere in Ucraina da molto tempo, nel caso provengano da paesi diversi (anche se non è ancora chiaro da quanto). In qualsiasi momento durante il permesso di protezione temporanea i profughi arrivati dall’Ucraina potranno chiedere di ottenere una forma di protezione internazionale, nel caso desiderino rimanere più a lungo nel paese dove sono arrivati.
Il Consiglio di giovedì si è limitato a dare alla nuova norma l’approvazione politica: quella ufficiale arriverà nei prossimi giorni, e poi la norma entrerà in vigore immediatamente.