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SVIZZERA

28.05.2022 – 21:05

Contro il Covid ormai si vaccinano in pochi, ma Berna ha a disposizione 34 milioni di dosi

Il Consiglio federale punta ad acquistare altre riserve, ma c’è chi ritiene che sia una scelta sbagliata

BERNA – Di questi tempi, sono circa 1’200 al giorno (in media) le persone che prendono appuntamento per farsi inoculare una dose di vaccino contro il coronavirus, in tutta la Svizzera.

Si tratta di una cifra che è molto bassa, in particolare se confrontata con le 34 milioni di dosi disponibili nel Paese, un numero che potrebbe permettere di vaccinare per quattro volte l’intera popolazione elvetica.

Mentre il Consiglio federale ha richiesto fondi supplementari per l’acquisto di vaccini nel 2022 e 2023 – la Svizzera vuole acquistare altre 15 milioni di dosi l’anno prossimo – il Parlamento affronterà settimana prossima l’argomento, e dovrà in particolare valutare se le scorte a disposizione sono eccessive. 

Secondo la “Schweiz am Wochenende” (SaW), il budget supplementare richiesto dal Consiglio federale consiste in un credito di 314 milioni (con la possibilità di sbloccare 780 milioni aggiuntivi). Per Berna si tratta di un’acquisizione necessaria per «prepararsi all’autunno e all’inverno», poiché è importante avere un numero sufficiente di vaccini «per tutti i tipi di brutte sorprese che la pandemia potrebbe riservarci».

Riserve sì, «ma non esagerare»

A livello politico, c’è chi sostiene che la Svizzera abbia una riserva di vaccini decisamente troppo grande. 

Nella Commissione finanze del Consiglio nazionale, l’Alleanza del Centro e l’UDC sono ad esempio favorevoli alla riduzione dei fondi destinati a questo scopo. Per il democentrista Thomas Aeschi, il principio dell’approvvigionamento dei vaccini è giusto, «ma la proposta del Consiglio federale è eccessiva».

Sempre ai giornalisti della “SaW”, il suo collega di partito Lars Guggisberg ha detto che «bisogna tenere conto dell’evoluzione globale della situazione: le capacità di produzione dei vaccini sono molto più elevate» rispetto a mesi fa, e «sembra improbabile» che le dosi di vaccino si esauriscano di nuovo nel mondo. «Ecco perché non abbiamo bisogno di accumulare così tanto».

Tra scadenze e donazioni

Per Ruth Humbel (Alleanza del Centro), è importante che le dosi di vaccino in eccesso non vadano sprecate, ma vengano cedute ai Paesi poveri.

«È semplicemente scandaloso che le dosi di vaccino vengano buttate via», ha affermato, facendo riferimento al fatto che la Confederazione deve distruggere già ora alcuni lotti perché oltre il termine massimo di scadenza: è il caso di 620’500 dosi del preparato di Moderna.

Comunque, il Consiglio federale sta già cedendo alcune dosi a Paesi terzi: a febbraio ha deciso di inviare fino a 15 milioni di dosi ad altri Paesi, e tuttora – come confermato dall’UFSP – «le trattative tra i funzionari del programma Covax, i produttori e la Confederazione sono ancora in corso».