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La sinistra ambiguità.Oggi l’antisemitismo non è a destra . O almeno non è nella destra di governo. Non è i Fratelli d’Italia, non era in Alleanza Nazionale e fu una componente minima nel Movimento Sociale Italiano.

Una storia coerente

Tutti ricordano che Giorgio Almirante nel 1938, aderì alle leggi razziali. Come tutti ricordano che collaborò attivamente, in funzioni dirigenziali con, La difesa della razza. Tutti però dimenticano di citare, la giovane età di Almirante al tempo. Il fatto di essere cresciuto, in un regime in buona parte acritico che almeno non consentiva il pluralismo. Pluralismo che avrebbe permesso di formare  coscienze alternative al pensiero di Stato.

L’ Almirante politico in epoca repubblicana e di libertà, fu sinceramente rivide le sue precedenti posizioni. Già nel 1971 ,quando disse che quella dell’antisemitismo era l’unica parte che voleva rinnegare del suo passato.

Affermò che quella di Israele era una battaglia di civiltà, di libertà. Difendendo apertamente il diritto alla sicurezza dei cittadini israeliani, entro i confini del loro stato.

Anche Fini

Fine aveva pronunciato parole importanti, recandosi allo Yad Vashem. Il problema fu però che Gianfranco Fini era ormai visto come troppo arrendevole, all’egemonia culturale della sinistra.

Quindi grossa parte della destra non sentiva più un legame forte con il segretario del partito .Dunque in quel momento fu un segretario, poco entusiasmante, a fare dichiarazioni sacrosante. Ma le parole importanti, se non arrivano per mezzo di una voce autorevole, spesso vengono sottostimate.

Meloni oggi

Sono lacrime sincere quelle versate dal Presidente del Consiglio, al museo ebraico di Roma. Nella festa di Hannukkah. Donna, mamma, che chiaramente non può essere insensibile alla tragedia di un popolo, che più di tutti ha subito ingiustizia.

Ma non c’è solo questo. C’è anche una coerenza dei valori identitari, che portano la destra di Giorgia Meloni ad essere solidale con il popolo ebraico. Il passaggio nel quale il premier sottolinea la sua vicinanza ad un popolo che difende il proprio diritto di esistere, proprio come Popolo.

“L’identità è ciò che ci definisce e il popolo ebraico l’ha sempre saputo ed è stato proprio questo che l’ha reso così resiliente, capace di sopportare tante atrocità, compresa l’ignominia delle leggi razziali..”. Questa è la solidarietà di una patriota, verso il patriottismo di altri. Un retroterra di valori comuni,condivisi.

I valori della Meloni, non potrebbero mai portarla a negare agli Ebrei il diritto ad avere una patria, ad avere un’identità, a sentirsi legati alla loro storia, ai loro valori di riferimento ed alla loro cultura.

Una sinistra ambigua

Oggi l’antisemitismo è più forte a sinistra. Ed anche qui bisogna essere precisi. In una buona parte della sinistra. Quella che vede ad esempio in Israele uno stato colonialista ed imperialista. Si potrebbe dire l’estrema sinistra. Ma non solo. Da tempo il Partito Democratico ha smesso di essere schierato chiaramente dalla parte di Israele.

Non è stato facile, per parte della dirigenza giustificare, sentimenti palesemente filo palestinesi di grossa parte del partito. Su Gerusalemme capitale non c’è mai stata una chiara apertura. Pesano le varie astensioni sulle risoluzioni Onu, contro lo Stato di Israele. È vero che non erano voti contrari. Ma caratterizzavano una profonda divisione, interna alla maggioranza governativa italiana.

Oggi la Meloni è molto più netta su temi importanti, di come lo furono gran parte dei suoi predecessori a Palazzo Chigi. E questo dimostra che la destra, ha pienamente compreso l’importanza della difesa del diritto del popolo ebraico ad avere uno stato.

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