La città svedese di Kiruna verrà spostata, casa dopo casa, in una nuova posizione. Situata 200chilometri a Nord del circolo polare artico, era stata fondata più di cento anni fa per ospitare i lavoratori di una delle più grandi miniere di ferro al mondo.
E sono ancora le le risorse minerarie, più ingenti del previsto, a segnarne il destino, visto che i lavori di estrazione hanno reso cedevole il terreno. Gli abitanti di Kiruna hanno accettato il “trasloco”, dopo una consultazione collettiva.
Solo un po’ più in là
“I nostri cittadini vogliono luoghi di incontro, come una grande piazza, che qui non c’era. Vogliono anche più aree commerciali, strade pedonali e anche – forse la cosa più importante – l’accesso alla natura. Ci piace molto la vita all’aria aperta”, dice Clara Nyström, una negoziante di antiquariato di Kiruna.
Entro il 2035 dovrebbe essere completato il trasferimento di 450.000 metri quadrati di abitazioni, scuole, locali pubblici, e attività commerciali. Uno dei trasporti più delicati sarà quello della chiesa luterana, costruita nel 1912, come spiega la sua vicariaLena Tjarnberg.
“È molto importante per le persone che la chiesa venga spostata e non demolita. Penso che tutti stiano aspettando con ansia il trasloco, per il giorno in cui questo accadrà”.
Kiruna conta 23mila abitanti, sparsi in un territorio grande circa come la Slovenia. Le foreste di betulle che la circondano attraggono molti turisti, che sembrano apprezzare particolarmente la vegetazione della tundra, i fiumi e i laghi della regione.
Indigeni preoccupati
Ma l’espansione della miniera preoccupa i Sámi, polazione indigena della Lapponia, che vive principalmente di allevamento di renne. Il governo dice che terrà conto delle loro esigenze e ha invitato uno dei suoi leader a parlare con la stampa.
“La diversità biologica nell’Artico è cruciale per tutte le popolazioni del continente”, dice Stefan Mikaelsson, Vicepresidente del Consiglio del Parlamento Sámi.
“Non possiamo semplicemente concentrarci sulla Foresta Amazzonica e fingere che proteggendola ci sia permesso di mantenere le nostre abitudini di consumo, di estrarre risorse naturali e ottenere profitti dall’Artico per un numero infinito di anni“.
La compagnia mineraria responsabile dell’estrazione ha annunciato che per le sue attività prevede di utilizzare presto solo fonti di energia pulita, in linea con gli obiettivi della transizione ecologica europea.
Ma le domande rimangono: anche la scoperta del più grande giacimento europeo di terre rare, vicino a Kiruna, pone seri interrogativi all’espansione delle industrie nell’Artico. Sarà forse più facile ridurre le importazioni dalla Cina, ma sarà necessario anche fare i conti con le conseguenze sul paesaggio naturale e sui suoi abitanti.