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Redazione 11 agosto 2022 14:00

Un turista australiano di 33 anni è stato fermato dai carabinieri dopo essere entrato, in sella ad uno scooter, nel Parco archeologico di Pompei, a Napoli. I militari hanno bloccato il visitatore “a due ruote” all’altezza di Porta Anfiteatro: l’uomo era entrato, probabilmente per errore, attraverso il varco di Porta Vesuvio dove alcuni addetti erano impegnati in attività di routine. Quando i militari lo hanno fermato si è scusato dicendo di non sapere che quei viali fossero vietati ai mezzi non autorizzati. Appurato che non fosse stato arrecato alcun danno al patrimonio archeologico, l’uomo è stato denunciato per accesso abusivo all’interno del parco archeologico.

Nella stessa giornata i Carabinieri della compagnia di Torre Annunziata hanno effettuato un servizio a largo raggio sulle principali vie di accesso al Parco di Pompei. Sanzionati quattro autisti di taxi e Ncc per violazioni al codice della strada e alle ordinanze comunali che disciplinano il trasporto nell’area sottoposta a tutela. Sanzionati anche sette esercizi commerciali per l’occupazione abusiva di suolo pubblico. I titolari avevano occupato senza autorizzazione dello spazio comunale con totem pubblicitari e tavolini con sedie per la consumazione di cibi e bevande.

Sul sito web del Parco di Pompei è stata pubblicata la foto del turista in scooter e una nota che chiarisce la dinamica dell’accaduto: “A precisazione della nota stampa del Comando Provinciale Carabinieri di Napoli diffusa ieri pomeriggio, relativamente all’intrusione di un turista straniero in scooter nell’area archeologica di Pompei, si chiarisce che il turista introdottosi attraverso il varco di servizio di Porta Vesuvio, seguendo l’ingresso di auto di ditte di cantiere, ha percorso un tratto esterno della città e non strade antiche. L’intrusione ha determinato l’attivazione immediata della squadra di vigilanza del Parco che è riuscita a bloccarlo fino all’arrivo dei carabinieri. Il tratto percorso è un viale esterno alla cinta muraria della città antica, in terra battuta, utilizzato dalle ditte impegnate in cantieri di lavori di scavo, messa in sicurezza e restauro e non accessibile al pubblico. Pertanto, non c’era pericolo né per i visitatori del sito né per il patrimonio archeologico in nessun momento dell’episodio, che si è concluso dopo pochi minuti grazie all’efficiente servizio di vigilanza e videosorveglianza del Parco archeologico”: