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Il tallone d’Achille del governo. Gianni Fava, ex assessore regionale lombardo, deputato e avversario di Salvini all’ultimo congresso fatto dalla Lega, ha lanciato la sfida alla segreteria. Il fondatore del carroccio Umberto Bossi ha deciso di creare internamente al partito il “Comitato per il Nord”, con lo scopo di un ritorno alle origini.

Tra Italia e Padania

La Lega nasce come un movimento regionalizzato, con lo scopo di rappresentare la voce del settentrione. Per decenni il partito era stato fortemente caratterizzato da un ampio radicamento esclusivamente nella parte settentrionale del paese. Arrivando a partecipare ai governi nazionali sempre in nome dell’autonomia ed addirittura ventilando la secessione.

Matteo Salvini aveva inaugurato la stagione della Lega nazionale. Inizialmente in nome di un federalismo da proporre in tutta Italia. Poi privilegiando sempre più Le istanze classiche della destra, quali la lotta all’immigrazione clandestina e la sicurezza, rispetto alle battaglie autonomiste. Questo ha incoronato il primato della Lega al nord.

Fin quando Lega di Salvini andava a gonfie vele, nessuno aveva la forza di discutere il nuovo corso. Ma adesso i risultati catastrofici delle elezioni politiche, e la chiara sconfitta proprio al nord, hanno riportato in auge i cavalli di battaglia della Lega Padana. E quel Nord sembra ormai essere stanco e sfiduciato proprio di Matteo Salvini.

Il Viminale

Al ministero degli interni Salvini, è riuscito ad arrivare all’apice del consenso. Una strategia politica ragionevole, lo porta a cercare la rimonta, tornando ad occupare la titolarità del suo vecchio dicastero. C’è però un problema sulla sua strada. Riassunto da questa dichiarazione, di Angelo Bonelli dei Verdi Sinistra Italiana. Secondo la quale Salvini non potrebbe ricoprire la carica perché avrebbe dei legami diretti con la Russia di Putin e con lo stesso partito del leader russo. Ma anche perché ” ha un procedimento penale aperto nell’esercizio delle funzioni di ministro dell’interno”.

Se la prima parte pesa, ma il centrodestra potrebbe fare quadrato sostenendo che molti leader avranno avuto rapporti con Putin prima della guerra. La seconda parte è incontrovertibile. E tutti sanno che il Presidente della Repubblica deve accettare la lista dei ministri. Ed anche che Sergio Mattarella è un giurista estremamente rigoroso e poco elastico. Le obiezioni di carattere giuridico alla nomina di Salvini sono oggettivamente pesanti.

In quel caso Salvini si troverebbe sbarrata la strada, per quello che vede come il suo miglior strumento di rilancio.

Il governo?

La maggioranza il centrodestra la ha, però è ovvio che una linea divisa all’interno della Lega tra autonomisti, legati allo schema di un partito regionale e salviniani, che cercano di andare avanti sulla strada del partito nazionale, potrebbe portare ad una difficile resa dei conti il metodo lungo periodo. Se non addirittura ad una scissione.

Questo di per sé non minaccia direttamente la resistenza di un governo. Potrebbero in estrema ratio anche due formazioni createsi a seguito di una cessione, appoggiare lo stesso governo. Per questo basta condividere un programma.

Però certo, Salvini è un uomo spesso imprevedibile. La sua reazione ad un ridimensionamento ancora più forte, non è calcolabile.

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