REGNO UNITO
07.05.2022 – 20:33
Con 88 seggi scrutinati su 90 gli eredi dell’Ira si collocano a quota 27 contro i 24 accreditati finora al Dup
BELFAST – Storico sorpasso formalizzato nel parlamento locale dell’Irlanda del Nord, a conclusione dello scrutinio delle elezioni amministrative britanniche svoltesi giovedì.
I repubblicani cattolici dello Sinn Fein, ex braccio politico della guerriglia dell’Ira, hanno infatti conquistato la maggioranza relativa nella più piccola delle nazioni del Regno Unito, superando il maggiore dei partiti unionisti protestanti, il Dup, sia in percentuale di voti (29% contro 21,3%), sia – ed è la prima volta – per numero di seggi. E ora si candidano alla premiership.
Con 88 seggi scrutinati su 90 gli eredi dell’Ira si collocano a quota 27 contro i 24 accreditati finora al Dup.
In totale le formazioni nazionaliste e quelle unioniste si equivalgono dopo il voto di due giorni fa, attorno al 40% consensi ciascuno, con un restante 15-20% ai partiti inter-comunitari fra i quali salgono al terzo posto i liberali dell’Apni a scapito dei laburisti e socialdemocratici dello Sdlp; ma lo Sinn Fein – in quanto prima forza – può a questo punto ambire alla guida di un nuovo governo unitario a Belfast, invertendo per la prima volta i rapporti di forza rispetto al Dup fin da dopo la pace del Venerdì Santo del 1998, e chiedere come ha già fatto la poltrona di premier locale per la sua leader, l’ex vicepremier Michelle O’Neill, 45 anni, lasciando il ruolo di vice agli unionisti. Se questi ultimi dovessero d’altronde rifiutare, sullo sfondo delle tensioni post Brexit riemerse nei mesi scorsi in Ulster, la gestione dell’amministrazione nordirlandese tornerebbe viceversa – in base alla legge – nelle mani del governo centrale Tory di Londra di Boris Johnson.
Lo Sinn Fein continua a sventolare la bandiera nazionalista della riunificazione con la Repubblica d’Irlanda, sebbene in una prospettiva temporale indeterminata, frenata dal sostanziale stallo demografico nelle contee del nord della cosiddetta isola verde e del fatto che Dublino si guarda bene al momento dall’incoraggiare un orizzonte conflittuale. Mentre sul piano economico-sociale è su posizioni di sinistra piuttosto radicali.