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Image from askanews web site

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New York, 21 set. (askanews) – “I referendum per l’indipendenza nel Donbass sono un’ulteriore violazione del diritto internazionale che condanniamo con fermezza”. Sono passate le 21 a New York (le tre di notte in Italia) quando il presidente del Consiglio Mario Draghi sale sul podio dell’Assemblea generale dell’Onu per il suo intervento. Un discorso in gran parte incentrato proprio sul conflitto in Ucraina e le sue conseguenze, che arriva nel giorno dell’annuncio dei referendum ma anche delle voci ricorrenti di un imminente discorso di Vladimir Putin alla nazione.

“Le responsabilità sono chiare e di una parte sola”, mette subito in chiaro, ribadendo le sue preoccupazioni per un conflitto che mette “a rischio i nostri ideali collettivi come raramente era accaduto dalla fine della Guerra Fredda”. Quando ormai “eravamo convinti di non dover più assistere a guerre di aggressione in Europa” a “sogni imperiali”, “militarismo” e “violazioni sistematiche dei diritti civili”, da febbraio “abbiamo invece assistito a bombardamenti di teatri, scuole, ospedali; a violenze e soprusi nei confronti di civili, di bambini”. Di fronte all’invasione, quindi, “aiutare l’Ucraina a proteggersi non è stata soltanto la scelta corretta da compiere. È stata l’unica scelta coerente con gli ideali di giustizia e fratellanza che sono alla base della Carta delle Nazioni Unite”. Anche con l’invio di armi perchè (e questo è un richiamo a chi in Italia contesta gli aiuti militari, Giuseppe Conte in primo luogo) un’invasione “non si ferma soltanto con le parole”.

Grazie anche a quegli aiuti, la “guerra-lampo” immaginata da Putin non c’è stata e anzi “un’eroica controffensiva” ha permesso a Kiev “un vantaggio strategico importante”. Inoltre le sanzioni (e questo messaggio è rivolto a Matteo Salvini) “hanno avuto un effetto dirompente” e il loro impatto “è destinato a crescere col tempo”. Però, anche se “la Russia non ha dimostrato di volere la fine del conflitto”, l’Italia “resta in prima linea per provare a raggiungere un accordo, quando sarà possibile” per una pace che sia ritenuta “accettabile” dall’Ucraina. Draghi è stato tra i protagonisti dei negoziati che hanno portato all’accordo sul grano ed auspica che ci siano “altri momenti di cooperazione”, a partire dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia che va demilitarizzata per evitare una “catastrofe nucleare”.

La guerra in Ucraina, oltre agli effetti diretti, ha portato o aggravato molti problemi a livelli globale a partire dalla crisi dell’energia e del gas. Il premier assicura che l’Italia ha “dimezzato la nostra dipendenza dal gas russo e contiamo di diventarne completamente indipendenti dal 2024” ma torna a sollecitare un intervento dell’Ue per mantenere la “coesione sociale” di fronte all’aumento del costo delle bollette: “L’Unione Europea – ribadisce – deve imporre un tetto al prezzo delle importazioni di gas”. Più in generale, però, di fronte alla crisi alimentare, a quella energetica, ai cambiamenti climatici, alle disuguaglianze, occorre “reagire con il multilateralismo, con spirito di solidarietà e responsabilità”. Perchè, sottolinea citando il discorso del 1988 di Michail Gorbacëv al Palazzo di Vetro, i problemi non si risolvono con la forza o la minaccia ma con “un nuovo ‘volume’ e una nuova ‘qualità’ della cooperazione”. Bisogna quindi “ritrovare lo spirito di cooperazione” anche rinnovando le istituzioni comuni e infatti Roma “sostiene con forza la necessità di riformare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per renderlo più rappresentativo, efficiente, trasparente”.

Su questa strada, quella della cooperazione e del multilateralismo, l’Italia non farà deviazioni o passi indietro, garantisce concludendo il suo intervento con quello che sembra un messaggio di rassicurazione ai partner internazionali, ma anche di “indirizzo” a chi verrà dopo di lui: “Anche nei prossimi anni – è il passaggio finale del premier – l’Italia continuerà a essere protagonista della vita europea, vicina agli alleati della Nato, aperta all’ascolto e al dialogo, determinata a contribuire alla pace e alla sicurezza internazionale. Sono gli stessi principi e obiettivi che ispirano le Nazioni Unite, che è necessario e urgente difendere oggi”.

Nella giornata di oggi Draghi vedrà al Palazzo di Vetro il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres mentre in serata sarà al ricevimento offerto come da tradizione dal “padrone di casa” Joe Biden a tutti i capi di Stato e di governo presenti all’Assemblea.