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UCRAINA

25.04.2022 – 15:33

Ancora impossibile fornire una cifra certa, ma i medici sul campo hanno trovato elementi in grado di provare gli abusi

KIEV – Dopo le voci, le prove. I medici legali che stanno esaminando i corpi esanimi ritrovati nelle fosse comuni a nord di Kiev hanno affermato di aver trovato elementi probanti secondo cui diverse vittime sarebbero state violentate. I dati, ancora incompleti, verranno inviati alla Corte Penale Internazionale, che ha aperto un’indagine sui crimini di guerra commessi durante la guerra in Ucraina.

Da quando in alcune zone le forze militari russe si sono ritirate, sono emersi racconti e testimonianze di stupri a danno di decine di donne. Ma se fino a ora solo le sopravvissute avevano potuto denunciare quanto, presumibilmente, hanno subito, ora anche i corpi di chi non ce l’ha fatta forniscono, secondo i medici legali sul campo, le prove necessarie per poter incriminare i colpevoli.

«Abbiamo già trovato in alcuni casi elementi che suggeriscono che diverse donne siano state violentate prima di essere uccise a colpi di arma da fuoco». Così Vladyslav Pirovskyi, anatomopatologo ucraino che sta conducendo insieme a diversi colleghi fin a 15 autopsie al giorno, al Guardian. Il medico, tuttavia, non è in grado di fornire una cifra perché i dati sono in corso di analisi e «abbiamo ancora centinaia di corpi da esaminare».

Tutti i dati che vengono raccolti sui corpi martoriati dalla guerra, inclusi quelli su cui sono state trovate tracce di stupri e abusi, verranno inviati alla Corte Penale Internazionale, che ha recentemente aperto un fascicolo sui possibili crimini di guerra commessi durante la guerra in Ucraina. Queste prove in particolare andranno ad aggiungersi alle decine di testimonianze e denunce che stanno pervenendo da tutto il territorio in precedenza occupato dalle forze armate russe.

In una dichiarazione della scorsa settimana, il presidente Zelensky ha affermato che «centinaia di donne sono state violentate dai soldati russi». In precedenza, la Commissaria per i diritti umani Lyudmyla Denisova aveva affermato che in uno scantinato di Bucha erano state ritrovate 25 donne con un età compresa tra i 14 e i 24 anni che «sono state sistematicamente stuprate».