Come individuare, riconoscere ed eventualmente evitare (chi vuole) prodotti derivati dagli insetti? Cosa c’è scritto in etichetta e a cosa dover fare attenzione? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
In questa primissima fase dell’anno in campo alimentare si è parlato praticamente solo di insetti. I recenti via libera autorizzati a livello comunitario sul consumo di prodotti a base di grilli o larve della farina, infatti, ha fatto e sta facendo molto discutere, con l’opinione pubblica (almeno in Italia) schierata fortemente contro questi cibi. Fatto sta: da pochi giorni l’Unione Europea ha autorizzato prima la vendita di farine e altri derivati dal grillo domestico, quindi di cibi analoghi ottenuti però dalla larva del verme della farina. Nelle prossime settimane insomma anche i supermercati potrebbero arricchirsi di questi prodotti, con buona pace di chi negli ultimi tempi si è apertamente schierato contro la decisione dell’UE.
Si tratta di cibi, beninteso, alternativa a quelli consumati normalmente, e per ora rappresentano probabilmente ancor meno di una nicchia di mercato. Nonostante non si tratti (e mai si tratterà) di imposizioni ma solo di una libera scelta alimentare, in tanti si sono detti preoccupati di non saper riconoscere quali prodotti siano a base di insetto, temendo che questi finiscano in modo inconsapevole sulle tavole della gente. Lo stratagemma giusto per evitare sorprese è, come sempre, saper leggere l’etichetta: come è segnalato l’utilizzo di insetti nei prodotti alimentari? Cosa c’è scritto e a cosa dobbiamo prestare attenzione?
Prodotti a base di insetto: cosa c’è scritto in etichetta
A scanso di equivoci e timori infondati va detto come l’eventuale utilizzo di insetti negli alimenti sarà sempre segnalato in etichetta (come tutto il resto degli ingredienti, tra l’altro). Un consumatore un minimo attento, quindi, può tranquillamente evitare di acquistare prodotti del genere.
Più in generale, però, cosa si troverà scritto sulle etichette? Per quanto riguarda gli alimenti ottenuti dalla farina di grilli (pane, cracker, biscotti, grissini, pasta, pizza, miscele per prodotti da forno o barrette, come quelle mangiate dalla Cristoforetti) sulla confezione non sarà presente, esplicitamente, la parola “grillo” o “grillo domestico”, bensì il nome scientifico dell’animale vale a dire Acheta domesticus. Se quindi in etichetta comparirà questa dicitura, allora significa come quel prodotto sia stato ottenuto da farina di grillo. Discorso analogo per gli alimenti derivati dalle larve del verme giallo della farina (congelate, in pasta, essiccate e in polvere), la cui presenza è segnalata da Tenebrio Molitor, ma anche la larva del verme della farina minore individuato con Alphitobius diaperinus.
Devono prestare particolare attenzione a leggere bene l’etichetta, oltre a coloro che hanno detto preventivamente “no” al consumo di questi prodotti, chi ha allergie particolari come, per esempio, a crostacei, alcuni molluschi o acari della polvere. Se invece la preoccupazione maggiore riguarda la questione chitina, abbiamo già cercato di chiarire l’argomento.