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C’è un gruppo di mercenari che sta combattendo in Ucraina al fianco delle forze armate russe. Sono i soldati del gruppo Wagner, una PMC (Private Military Company) composta soprattutto da ex militari, ex poliziotti ed ex agenti di sicurezza russi. Una piccola componente è rappresentata da ex miliari di altri stati, in particolare la Serbia. Il gruppo Wagner, che secondo le stime conta circa 10mila uomini, è considerato uno dei gruppi di mercenari più efficienti del mondo, spesso accusato da organizzazioni internazionali di crimini di guerra e di utilizzo di sistemi di tortura. Nel 2021 l’Unione Europea ha adottato, nei confronti del gruppo, una serie di misure restrittive rivolte sia al gruppo stesso sia a otto persone e tre società a esso collegate.

Se spesso si è sottolineata l’ideologia filonazista degli uomini del Reggimento Azov, che combatte, inserito nell’esercito ucraino, nel Donbass contro l’invasione russa, poche volte si è parlato dell’analoga connotazione politica del gruppo Wagner, schierato invece con le forze di Vladimir Putin. Il nome deriva dalla passione del suo leader e fondatore, Dmitry Valeryevich Utkin, per Richard Wagner e per la sua opera L’anello del Nibelungo. Una passione che Utkin ha acquisito da fervente ammiratore di Adolf Hitler.

Il leader del gruppo Wagner ama mostrarsi, in zone di guerra, con indosso un elmetto uguale a quello utilizzato dalla Wehrmacht, l’esercito tedesco, nel corso della Seconda guerra mondiale. Utkin non nasconde i tatuaggi con simboli nazisti così come non li nascondono in genere gli altri membri del gruppo. Ma ancora più che di Hitler, Utkin è un ammiratore di Heinrich Himmler, il fondatore delle SS, e del suo nazismo esoterico legato alla società etno-nazionalista tedesca Thule (la Thule era l’isola misteriosa da cui sarebbe nata, secondo il misticismo nazista, la pura razza ariana).

Allo stesso modo, Utkin e gli altri ufficiali a capo del gruppo Wagner sono esponenti del cosiddetto neopaganesimo russo che glorifica il passato precristiano ed esalta il glorioso popolo dei Rus (il popolo di origine scandinava che nel Medioevo viveva tra Ucraina, Bielorussa e Russia occidentale). Il neopaganesimo russo ha il mito della purezza del sangue, venera e difende la natura, utilizza molta della simbologia usata dai nazisti, dalla svastica alle rune, e condivide, con il nazismo, un forte antisemitismo. Tra le abitudini del gruppo c’è anche quella di officiare riti propiziatori prima e dopo le battaglie.

Secondo l’Unione Europea, Utkin, che è una delle otto persone del gruppo raggiunte da sanzioni, è «responsabile di azioni che hanno compromesso e minacciato l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina e ha realizzato attivamente tali azioni». Inoltre, sempre secondo quanto riportato dalla documentazione dell’Unione, «nella sua posizione di comando all’interno del gruppo Wagner è stato personalmente presente sul campo di battaglia in Ucraina, coordinando e pianificando le attività dei membri».

Attualmente il gruppo Wagner è impegnato nell’Ucraina orientale nella zona delle cosiddette repubbliche autoproclamate di Donetsk e di Luhansk, dove uomini del gruppo operano dal 2015. Da molti giornali internazionali è stata riportata la notizia che mercenari guidati da Utkin avevano l’incarico di eliminare sia il presidente ucraino Volodomir Zelensky, sia altre personalità politiche ucraine. Di queste informazioni non c’è però alcun riscontro: sembra comunque difficile che un piano del genere potesse realmente essere portato a termine una volta iniziate le ostilità, dato il livello di protezione intorno a Zelensky e i suoi collaboratori.

Per risalire all’origine del gruppo Wagner bisogna andare al 2011, quando in Russia iniziò a operare il Moran Security Group, una società specializzata in servizi di sicurezza per aziende impegnate fuori dai confini russi. Il gruppo era guidato da Vyacheslav Kalashnikov, ex agente del KGB, i servizi segreti sovietici, ora FSB, e assistente del politico russo Alexander Torshin, ex vicepresidente della Banca centrale russa.

Nel 2013 dal gruppo Moran nacque un’altra società, la Slavonic Corps, che aveva il compito di reclutare e addestrare soldati da inviare in zone di guerra. Le reclute venivano addestrate in Siria a Latakia, nella base aerea di Khmeimim, gestita e diretta dalle forze armate russe. Da lì venivano inviate poi nelle zone dove era necessario difendere interessi russi.

Nel 2014 la Slavonics Corps venne smantellata e un gruppo di mercenari si riorganizzò sotto la guida di Dmitry Valeryevich Utkin, ex tenente colonello del GRU, il servizio di informazione delle forze armate russe. Utkin, che è nato nel 1970 ad Asbest, nella Russia siberiana, lasciò l’esercito nel 2013 per entrare nel gruppo Moran. Come mercenario fu impegnato nella scorta di navi russe a rischio di attacco da parte dei pirati nell’oceano Indiano. Partecipò poi a missioni in Iraq, Kenya, Nigeria e Repubblica centrafricana.

Non ci sono prove del collegamento diretto tra Utkin e Vladimir Putin. È certo però che nel 2018 il mercenario partecipò a un evento offerto dal presidente russo a reduci della guerra in Siria. Quel giorno furono celebrati «militari e civili che hanno dimostrato particolari coraggio ed eroismo». A organizzare l’evento fu Yevgeny Prigozhin, soprannominato “lo chef di Putin” in quanto proprietario della società di catering che si occupa di organizzare tutti gli eventi di stato a cui partecipa il presidente. Prigozhin iniziò la sua carriera aprendo un chiosco di hot dog a San Pietroburgo; quindi, aprì un primo ristorante di cui Vladimir Putin divenne assiduo frequentatore. Poi sono venuti altri ristoranti, la diversificazione con altre società e l’ingresso nella cerchia ristretta dei consiglieri del presidente russo.

Yevgeny Prigozhin mentre, nel 2011, serve, nel suo ristorante, un piatto a Vladimir Putin (AP Photo/Misha Japaridze, Pool, File).

Per molti osservatori Prigozhin sarebbe uno dei maggiori finanziatori del gruppo Wagner: il vero potere decisionale sarebbe nelle sue mani mentre Utkin sarebbe il capo operativo e militare. Il gruppo, come tutte le altre organizzazioni di reclutamento e addestramento di mercenari, non potrebbe in alcun modo, per legge, operare in Russia. Secondo l’Economist, Putin avrebbe però affermato che il gruppo «ha tutto il diritto di lavorare e promuovere i propri interessi commerciali in qualsiasi parte del mondo».

I mercenari che fanno parte del gruppo Wagner hanno un’età media compresa tra i 35 e i 55 anni. Chi entra a farne parte deve firmare un accordo di riservatezza assoluta che dura dieci anni. Lo stipendio si aggirerebbe attorno ai 200mila rubli, circa 2.300 euro al mese.

Le prime attività del gruppo Wagner furono proprio in Ucraina, in Crimea: nel 2014 affiancò l’esercito russo nell’operazione militare che portò il governo di Mosca ad avere il pieno controllo della penisola. Quindi i soldati del Wagner si spostarono a Luhansk, dove si unirono alle forze insurrezionaliste filorusse che dal 2014 si battono per unire alla Russia la regione dell’Ucraina orientale. I mercenari guidati da Utkin non avrebbero combattuto solo contro i soldati e i volontari ucraini ma avrebbero anche agito all’interno delle stesse forze separatiste per garantire il controllo di Mosca, azzerando le velleità di quei combattenti che avrebbero voluto l’indipendenza, sia da Kiev sia da Mosca.

Sarebbero stati mercenari del Wagner a uccidere Alexander “Batman” Bednov, comandante di una milizia filorussa, e Alexei Mozgovii, fondatore con altri della brigata Prizrak, gruppo paramilitare di ispirazione comunista che combatteva per l’indipendenza dall’Ucraina e di cui faceva parte Edy Ongaro, l’italiano ucciso la settimana scorsa durante i combattimenti.

Il Wagner avrebbe poi svolto operazioni di false flag, cioè operazioni militari condotte come se fossero opera del nemico con lo scopo di creare sentimenti filorussi e anti-ucraini nella popolazione.

Mercenari del gruppo Wagner, circa 5mila uomini, sono poi stati impiegati in Siria, al fianco delle forze del presidente Bashar al Assad. Secondo l’Economist ebbero un ruolo chiave nella riconquista nel 2017 di Palmira, tolta al controllo dell’ISIS. In generale, mercenari del gruppo furono utilizzati sia per proteggere siti di interesse economico per il governo russo sia in combattimento al fianco dell’esercito siriano. Sempre secondo il rapporto dell’Unione Europea, in particolare a comandare le operazioni in Siria sarebbero stati Andrey Nikolaevich Troshev e Andrey Mikhailovich Bogatov. In Siria hanno anche agito tre società che, secondo l’Unione Europea, fanno capo al gruppo Wagner: Velada LLC, Mercury LLC ed Evro Polis LLC. Tutte e tre hanno ottenuto contratti per il diritto di esplorazione di gas e petrolio nella Siria nordorientale e in un giacimento di gas nella parte settentrionale di Damasco. In particolare la Evro Polis «ha firmato una serie di contratti con il regime siriano, attraverso la società General Petroleum Corp. di proprietà dello Stato, in base ai quali riceve il 25 % dei proventi derivanti dalla produzione di petrolio e gas nei giacimenti presi dal gruppo Wagner. Evro Polis LLC trae pertanto vantaggio dal regime siriano o lo sostiene».

Nel 2021 tre organizzazioni non governative hanno intentato una causa a Mosca contro il gruppo Wagner per la tortura di un detenuto in Siria. In una dichiarazione congiunta della Federazione internazionale per i diritti umani (Fidh) è stato scritto: “Questo contenzioso è il primo tentativo in assoluto da parte della famiglia di una vittima siriana di accusare i cittadini russi sospettati di torture come responsabili di gravi crimini commessi in Siria». Nel novembre del 2019, Novaja Gazeta giornale indipendente russo che il 28 marzo di quest’anno ha sospeso le pubblicazioni a causa degli attacchi della censura russa – pubblicò il video di una brutale esecuzione di un prigioniero di guerra siriano, che veniva torturato e mutilato prima di essere ucciso. Il video mostrava, infine, la distruzione del cadavere. Il Cremlino ha condannato le violenze riprese nel video ma ha negato qualsiasi collegamento con l’operazione militare russa in Siria.

In Siria il gruppo Wagner ha anche subìto importanti perdite: nel 2018 l’aviazione americana uccise circa 200 mercenari, tra cui uomini del Wagner, che avevano attaccato un avamposto curdo vicino a Deir el-Zor, nella Siria orientale. In quell’occasione nacquero anche tensioni tra i comandanti del Wagner e ufficiali dell’esercito russo che non avevano, a detta dei mercenari, supportato l’operazione. Il Cremlino negò, in seguito alle domande poste dalla Casa Bianca, di essere a conoscenza della presenza di mercenari russi in Siria.

Un’altra zona d’operazione dei mercenari del gruppo Wagner è stata la Libia, dove i mercenari hanno affiancato le milizie di Khalifa Haftar. Nell’agosto del 2018 la BBC ha realizzato un’inchiesta sul gruppo e sui suoi legami con il Cremlino. L’inchiesta è nata dopo il ritrovamento di un tablet Samsung abbandonato sul campo da un combattente. Tra i video contenuti nel dispositivo c’erano scene che testimoniavano sia crimini compiuti dai mercenari sia il collegamento con ufficiali dell’esercito russo.

Nel tablet c’erano diverse mappe della prima linea del fronte che, secondo l’inchiesta della BBC, confermavano la presenza di più di mille uomini del Wagner in Libia dal 2019 al 2020.

La BBC era inoltre era riuscita a parlare con due ex combattenti, i quali avevano spiegato che durante le operazioni sul campo non erano tenuti all’osservanza di alcun codice di condotta. Uno di questi ex combattenti aveva anche detto che i miliziani uccidono i prigionieri perché «nessuno vuole una bocca in più da sfamare».

In molti paesi dell’Africa, secondo Sergey Sukhankin, analista dell’International Centre for Policy Studies di Kiev e della Jamestown Foundation, i soldati del gruppo Wagner sono inviati a proteggere le miniere di diamanti e di metalli preziosi, così come in Siria proteggono oleodotti e impianti petroliferi.

Nel 2019 miliziani del Wagner erano nel Mozambico settentrionale per combattere contro i jihadisti, ma l’operazione si rivelò fallimentare. La loro presenza è stata poi segnalata nella Repubblica Centrafricana, dove hanno affiancato gli uomini del presidente Faustin-Archange Touadéra nella guerra contro le forze ribelli. La Russia ammise, in quel caso, di aver inviato nel paese un centinaio di civili che avevano il compito di addestrare le truppe.

Nel 2018 proprio nella Repubblica Centrafricana tre giornalisti russi che stavano conducendo un’inchiesta sul gruppo Wagner furono uccisi in un’imboscata. Non ci sono mai state conferme ma i sospetti caddero sui mercenari. Apparterrebbero al gruppo di mercenari anche gli autori dell’imboscata che il 26 marzo ha portato all’uccisione di Kaou Laddé, capo militare del gruppo 3R, acronimo di Retour, Réclamation et Réhabilitation.

Anche in Mali, dove affiancano le forze governative contro i jihadisti del Sahel, i mercenari del Wagner hanno lasciato tracce di uccisioni ingiustificate e torture. Secondo un rapporto dell’Onu, i mercenari avrebbero partecipato, con i soldati maliani, all’uccisione di numerosi civili cosparsi di benzina e bruciati vivi.

È ovviamente molto difficile provare collegamenti tra il governo russo e il gruppo Wagner. Il Cremlino nega qualsiasi rapporto. È un fatto però che i membri del gruppo caduti in missione vengano insigniti di onorificenze militari russe. Avvenne per esempio dopo la battaglia di Debaltseve, tra gennaio e febbraio 2015, quando le forze russe furono sconfitte da quelle ucraine.

Secondo molte fonti il gruppo Wagner si addestrerebbe in Russia in due campi vicini al comando di una brigata del GRU. Il principale centro di addestramento del gruppo si trovava nell’Oblast di Rostov (l’oblast è una suddivisione territoriale utilizzata negli ex paesi dell’Unione Sovietica), ma si sarebbe poi trasferito a Molkin, nel Krasnodar Kray, all’interno di una struttura sempre del GRU.

Il 17 marzo Stephen Townsend, capo di AFRICOM, Comando militare per le operazioni USA nel continente africano, in un’intervista a VOA news, Voice of America, ha dichiarato che i vertici del gruppo Wagner stanno richiamando molti dei mercenari presenti in Libia e in altri paesi africani per spostarli in Ucraina. Secondo l’opinione del giornalista russo Ilya Barabanov, riportata dall’Economist, i mercenari, una volta in Ucraina, verrebbero smistati in formazioni create ad hoc che però utilizzano infrastrutture, armamenti e basi degli uomini di Utkin.