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Cannabis: sale il consumo, aumentano i disturbi psicologici

Un rapporto dell’Onu avverte: dalla legalizzazione in Canada, un maggior consumo ha portato a un aumento dei ricoveri

Le droghe che causano maggiori problemi alla salute, comunque, restano gli oppioidi

BRUXELLES – Pensieri suicidi, necessità di terapia. Con la legalizzazione e l’aumento della diffusione della cannabis sono sempre di più i consumatori abituali che manifestano disturbi psicologici che richiedono l’intervento di esperti. In un rapporto redatto dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) viene comunque sottolineato che le droghe con l’impatto negativo maggiore sulla salute restano gli oppioidi.

In generale, rispetto a dieci anni fa le persone tra i 15 e i 64 anni che consumano abitualmente delle droghe sono aumentate del 26%. Il motivo è da ricercare principalmente in politiche sempre più permissive in fatto di consumo. Nel rapporto annuale World Drug Report viene tuttavia evidenziato che «la legalizzazione della cannabis in alcune parti del mondo sembra aver accelerato l’uso quotidiano e il relativo impatto sulla salute».

Più peso sulla sanità

In altre parole, secondo l’UNODC, il mercato sempre più ampio dell’hashish e della marijuana, in concomitanza con un suo uso sempre più regolare, ha portato a un aumento della dipendenza e delle malattie mentali in Europa occidentale. Anche in Nord America, a seguito della legalizzazione della cannabis, il consumo è in aumento, soprattutto tra i giovani adulti. Secondo il rapporto, una percentuale crescente di disturbi psichiatrici e di suicidi è legata al consumo regolare di cannabis. 

Un esempio arriva dal Nord America: nel 2018 in Canada l’uso ricreativo della Cannabis è diventato legale e il consumo, reso più semplice e sicuro, è di conseguenza aumentato. A lato della legalizzazione è stato però segnalato l’aumento di «persone con disturbi psichiatrici, pensieri suicidi e necessitanti ricoveri». Ciò pesa anche sulle strutture sanitarie, visto l’aumento delle terapie farmacologiche e dei ricoveri.

Maggiori disagi? Gli oppioidi

Su scala globale, però, nel rapporto viene sottolineato che le droghe che creano maggiori disagi alla salute siano gli oppioidi. Si stima che «11,2 milioni di persone nel mondo si iniettino droghe. La metà di loro è affetta da epatite C, 1,4 milioni convivono con l’Hiv e 1,2 milioni soffrono di entrambe».

La situazione poi varia, a dipendenza dell’area geografica: «In molti paesi dell’Africa e dell’America meridionale e centrale le persone che necessitano più aiuto per disturbi dovuti alle droghe consumano abitualmente cannabis. Nell’Europa orientale e sudorientale e in Asia centrale, le persone sono più spesso in trattamento per disturbi da uso di oppioidi. Negli Stati Uniti e in Canada, i decessi per overdose, principalmente causati da un’epidemia di uso non medico del fentanil, continuano a battere record su record».

Secondo delle stime preliminari nel 2021 i morti per overdose sono stati 107mila, a fronte dei 92mila nel 2020.