10-cose-che-ancora-non-sapete-sul-museo-guggenheim-di-bilbao
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Anthony Weller/View Pictures/Universal Images Group/Getty Images

L’uso pioneristico di CATIA

Per la progettazione dei telai esterni del museo, il team di architetti guidati da Gehry si è servito di CATIA, un software di modellazione 3D fino ad allora riservato ad applicazioni ingegneristiche aerospaziali. Ciò ha permesso di realizzare le forme elaborate della struttura senza incappare in costi proibitivi, ma rispettando le tempistiche di progettazione e il budget previsto (di circa 90 milioni di dollari).

La celebrazione del contesto urbano e ambientale di Bilbao

La forma organica del museo, che a vedersi potrebbe inizialmente apparire come un gigantesco fiore decostruito, è in realtà un omaggio al territorio e alla storia del luogo in cui sorge. L’architettura richiama infatti il contesto fluviale della città di Bilbao, facendo apparire il museo come una gigantesca imbarcazione che fluttua sul fiume Nerviòn, che gli scorre affianco. Non solo: i materiali impiegati per la costruzione del museo richiamano la natura industriale della città, il cui settore maggiormente sviluppato all’epoca della progettazione, oltre al commercio marittimo, era quello siderurgico.

Il ponte-opera La Salve

Il Ponte Principi di Spagna, più noto come La Salve, costruito nel 1970, ha assunto un nuovo ruolo con l’apertura del museo: è stato infatti incluso all’interno del progetto architettonico, diventando parte integrante della struttura. Il museo infatti lo “abbraccia” dal basso, incorporandolo grazie a una torre e a due ascensori che ne permettono l’accesso diretto. Nel 2007, in occasione del 10º anniversario del Guggenheim, è stata inoltre installata sui pilastri del viadotto l’opera Arco Rosso dell’artista Daniel Buren, rendendo il ponte una vera e propria attrazione al pari delle altre opere esterne al museo.